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Cronaca

Comune capofila della rete antitratta: nel 2017 un centinaio di vite strappate allo sfruttamento

Si rinnova e si rafforza il progetto "N.A.Ve" che vede Ca' Farsetti apripista e la coordinazione territoriale della Regione. Coinvolti oltre 98 i partner pubblici e privati

Comune di Venezia capofila del nuovo progetto N.A.Ve, che ha l'obiettivo di contrastare lo sfruttamento di esseri umani, tra prostituzione e immigrazione clandestina. Del resto i risultati nel 2017 si sono visti: sono state contattate 2.214 potenziali vittime di tratta, attivando 364 valutazioni su possibili situazioni di grave sfruttamento (orientando eventualmente chi necessitava d'aiuto sui propri diritti) e realizzando 94 programmi ad hoc di protezione sociale. Si tratta di persone che ora sono uscite da condizioni di sfruttamento. Ora si replica, ma con l'intenzione di migliorare ulteriormente i numeri del passato, arrivando a 3.600 contatti, di cui 600 richiedenti protezione internazionale. 

Finanziamento di 2,2 milioni di euro

La nuova edizione del progetto è stata presentata mercoledì mattina nel Palazzo della Regione dall'assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, e dall'assessore regionale ai Servizi sociali, Manuela Lanzarin. Si parte dalle 120 persone "salvate" in territorio veneto. Il parterre dei partner (tra realtà pubbliche e private) si allarga ulteriormente, arrivando a 98 realtà che condivideranno informazioni e modalità operative. Il progetto N.A.Ve 2 durerà 15 mesi e si concluderà a febbraio 2019 e potrà contare su un finanziamento complessivo di 2,2 milioni di euro, di cui 1,7 milioni stanziati dal Dipartimento pari opportunità. 

"Cooperazione e organizzazione"

“Il modello utilizzato in Veneto, contraddistinto di sinergia, lavoro di squadra, integrazione e dialogo - ha dichiarato l'assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini - ha dimostrato di essere vincente e molto utile per il nostro territorio. E' un lavoro che vede impegnata nel salvataggio di vite e della dignità delle persone, nel rispetto della donna, di minori e deboli, una squadra ampia, coesa che incrocia più livelli: quello politico degli enti locali, delle forze dell'ordine, delle prefetture, delle procure e della cooperazione sociale. Di anno in anno questa Rete si sta ampliando sempre più, con il Comune di Venezia capofila in collaborazione con la Regione Veneto che garantisce una regia su tutto il territorio veneto".

"Molte vite salvate"

Il Comune di Venezia gestisce, per conto del Dipartimento pari opportunità, il numero verde nazionale in aiuto alle vittime di tratta (800.290.290). Ora sarà di nuovo capofila di N.A.Ve, che vede impegnati anche Procura di Venezia, Prefettura di Venezia, Legione carabinieri Veneto, tutte le questure del Veneto, Direzione interregionale del lavoro, sindacati, Ulss, le Università di Padova, Verona e Venezia, la Regione Veneto, diversi enti locali e le organizzazioni del mondo del lavoro. “Gli sforzi del Comune di Venezia, della Regione e di tutta la Rete - ha concluso Venturini - sarebbero giustificati anche solo da un’unica vita salvata. In questo caso le vite salvate, le persone a cui è stata data dignità, sono molte. Questo lavoro inoltre ha permesso anche di fornire informazioni, indizi e testimonianze anche agli investigatori e alla magistratura, utili allo smantellamento di rete criminali insediate nel nostro territorio”.

"Non solo prostituzione"

“Il fenomeno della tratta non è solo sfruttamento sessuale della prostituzione – ha sottolineato l’assessore regionale Lanzarin – ma comprende anche sfruttamento lavorativo, caporalato, accattonaggio, matrimoni forzati, riduzione in schiavitù. E’ un fenomeno pervasivo e sommerso, difficile da identificare. Ma che può essere prevenuto e contrastato solo se tutte le ‘agenzie’ del territorio si  mettono in rete e lavorano insieme. Questo è il valore del progetto Nave: lavorare con una logica di ‘filiera’ tra pubblico e privato, tra forze dell’ordine, istituzioni locali e privato-sociale, consente di fare prevenzione, di intercettare le mafie criminali e di aiutare le persone a denunciare e a recuperare dignità e futuro in un quadro di legalità”. 

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