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Cronaca

Venezia "Terra di Mezzo", l'integrazione degli immigrati minorenni

L'amministrazione lagunare continua il programma per l'accoglienza degli under 18 nel nostro paese dopo la fuga dalla guerra e dalla povertà

Racconti di sangue, di sofferenze e di privazioni che diventano favole di integrazione. Questo è l'obiettivo del Comune di Venezia e del suo programma “Terre di Mezzo”, il progetto per l'accoglienza e la formazione dei tanti immigrati minorenni che approdano i laguna per sfuggire alla guerra e alla miseria. E tra le tante storie di difficoltà, come riporta il Gazzettino, c'è anche chi ha ottenuto un lieto fine.

IN FUGA – È l'esempio di Hamid, un ragazzo afghano che scappa da quando ha due anni, profugo praticamente da sempre e che proprio grazie all'accoglienza della città lagunare ha potuto costruirsi una vita nuova. La madre era stata uccisa dai suoi stessi fratelli per aver sposato un uomo di etnia diversa dalla sua, il padre è deceduto a sua volta dopo la fuga in Iran, e da allora il ragazzino si è trovato da solo. A quel punto la fuga in Europa, a bordo di un barcone riesce ad arrivare a Venezia ancora minorenne. Qui viene aiutato attraverso il progetto “Terre di Mezzo” dalla cooperativa Elleuno e a 18 anni, come previsto dal progetto solidale, diventa indipendente e dopo il diploma trova lavoro come gelataio in centro storico.

TENDERE LA MANO – Solamente nel corso dell'ultimo anno l'amministrazione lagunare e i suoi servizi sociali hanno dato asilo a ben 347 minori stranieri, per la maggior parte arrivati a Venezia da Bangladesh, Afghanistan, Kosovo e Albania. Il Comune, attraverso le parole del vicesindaco Sandro Simionato, specifica che occuparsi dei minori è da sempre responsabilità degli enti locali e Venezia lprende sul serio questo suo compito, spesso arrivando a prestare asilo anche ai ragazzini “indesiderati” di altre città, dimenticati a causa dei pochi fondi o dei differenti programmi politici delle Giunte locali. L'obiettivo è quello di togliere i giovani dalla strada, allontanarli dalla criminalità e inserirli nella comunità locale, spingendoli a costruirsi una vita e lavorare per la comunità. La sicurezza pubblica, a Venezia, si costruisce con l'integrazione.

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