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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Dolo

"Al paesaggio non ha pensato nessuno: la Riviera invece tornerà più bella di prima"

Presentato il masterplan concepito da Iuav e Ordine degli architetti per cancellare le ferite della calamità del 2015. Nel progetto pista ciclopedonale e nuovo dialogo tra acqua e ville

Il tornado non ha distrutto solo case ed edifici. Ha ferito forse in modo irreparabile anche il paesaggio. Quella Riviera del Brenta che in tanti erano abituati ad ammirare fino all'8 luglio 2015, quando la devastante tromba d'aria che colpì Dolo, Mira e Pianiga cancellò ciò che c'era prima. Per questo motivo, sull'onda emotiva di quanto accaduto, il Dipartimento culture del progetto dell'università Iuav si è messo in moto assieme ad altri "compagni di viaggio", come l'Ordine degli architetti, pianificatori e conservatori della provincia di Venezia e la Soprintendenza ai beni archeologici, per giungere, dopo un anno di analisi, a un masterplan presentato alle amministrazioni locali (si attende l'avvio della discussione in funzione degli eventuali bandi di gara). Nel progetto sono stati inseriti una pista ciclopedonale che collega Dolo a Mira, ombreggiata da alberi e punteggiata da siepi, parcheggi opportunamente mascherati alla vista, ponti ciclopedonali, la valorizzazione di corsi d’acqua attigui al Naviglio, i quali compongono un sistema fragile e complesso. L'intento è stato di ristabilire quanto è stato devastato, recuperando anche un dialogo il più possibile stretto tra acqua, le meravigliose ville della zona e i campi circostanti. In chiave moderna.

L'area presa in considerazione abbraccia quasi tutta la Riviera del Brenta: parte dal tratto del canale Piovego dove incrocia il fiume Brenta e prosegue come Naviglio Brenta per circa 25 chilometri, attraversando in sequenza i territori dei Comuni di Stra, Fiesso D’Artico, Dolo, Mira, Oriago e Venezia, fino a sfociare in laguna in località Fusina.

"Dopo l’evento catastrofico – spiega il direttore del dipartimento, Carlo Magnani –, preso atto che nessuno si occupava degli aspetti paesaggistici e che stava subentrando la rassegnazione, abbiamo pensato di intervenire". Il risultato è un progetto ‘sui generis’ che ha come committente il territorio stesso. "Si parla molto di heritage e paesaggio – aggiunge Magnani – ma molto spesso sono parole che rimangono dentro le aule accademiche. Il paesaggio è per se stesso un patrimonio che appartiene a tutti, che produce benessere alla popolazione da più punti di vista, non ultimo quello socio economico. Un territorio accogliente è quello anche più attrattivo dal punto di vista socio-economico".

"Nel Novecento c’è stata una scarsa attenzione al paesaggio da parte degli architetti – ha dichiarato Anna Buzzacchi, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Venezia –, tuttavia la Riviera del Brenta ha saputo mantenere la propria identità anche nella trasformazione. Ora si tratta di lavorare per recuperare la qualità di vita di un territorio che ha subito una devastazione". Utilizzando la cartografia storica, lo studio ha permesso di evidenziare le trame del passato che permettono di aumentare la qualità paesaggistica, attraverso il potenziamento delle connessioni vegetali. L’obiettivo, infatti, è di incrementare la fruibilità e l’uso pubblico dei luoghi del Naviglio Brenta, oltre che un’adeguata percorribilità lenta lungo i corsi d’acqua. Per questo si è messa in atto una disamina dei principali canali paralleli al Naviglio, quali la Seriola, il Serraglio, il Tergolino e il Pionca.

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