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Cronaca

"Stop aperture a Natale": lettera dei sindacati a Zaia e Moraglia

I rappresentanti dei dipendenti del commercio scrivono al patriarca di Venezia e al governatore: "Stravolto il senso etico e religioso delle festività"

Negozi aperti a Natale, Santo Stefano e Capodanno. Con buona pace dei dipendenti che saranno chiamati a lavorare e che di conseguenza non potranno passare le feste con familiari e amici. È la prospettiva annunciata dai sindacati veneti del commercio, che hanno deciso di scrivere al presidente della Regione, Luca Zaia, e al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, chiedendo un loro intervento per far sì che le grandi catene di distribuzione rivedano le loro posizioni in merito.

"La campagna è già iniziata - scrivono nella lettera i segretari regionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltcus, che hanno indirizzato la missiva anche al presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello - Alcune catene della distribuzione e centri commerciali hanno comunicato l'intenzione di restare aperti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, infischiandosene del del senso etico e religioso di quelle festività, su cui qualcuno sa ben speculare con le crociate ideologiche, salvo porsi il problema del rispetto stesso delle feste".

Le sigle sindacali intendono "sensibilizzare tutte le pubbliche amministrazioni perché intervengano anche attraverso una moral suasion o con specifici provvedimenti". L'apertura nelle festività natalizie rappresenta "una vera e propria barbarie contro la dignità delle persone, che già con le aperture domenicali fanno fatica a conciliare la loro vita lavorativa con quella affettiva e familiare. Non è certo un bel segnale per l'insieme della società veneta e soprattutto per le nuove generazioni che il consumo diventi il centro della vita delle persone e che valori fondanti possano essere cancellati in nome del profitto".

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