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Cronaca Eraclea / Via Olivi

Poco cibo e scarsa igiene: profughi in rivolta bloccano la strada

Manifestazione lunedì mattina a Eraclea, i migranti alloggiati nel residence Magnolie si sono seduti per protesta. Faccia a faccia col viceprefetto

Sovraffollamento, poco cibo, scarsa igiene: a Eraclea monta la protesta dei profughi, che lunedì mattina, come anticipato da alcuni di loro nei giorni scorsi, sono scesi in strada per manifestare il proprio dissenso contro le modalità di accoglienza al residence "Magnolie" di via Olivi. I migranti, un centinaio circa, si sono seduti in mezzo alla strada bloccando il traffico tra via Dancalia e via Marinella: sul posto sono intervenuti carabinieri e polizia, mentre il prefetto di Venezia veniva allertato d'urgenza.

Ci sarebbero stati alcuni isolati momenti di tensione, comunque tenuti sotto controllo dalle forze dell'ordine. Nel residence di Eraclea al momento sono ospitati circa 270 migranti: nei giorni scorsi molti di loro si sono lamentati per la situazione igienico sanitaria precaria, l'inadeguatezza delle cure mediche, lo scarso rifornimento di sapone e il cibo a volte insufficiente, oltre al generale sovraffollamento degli appartamenti. A causa degli insufficienti posti a disposizione alcuni di loro sarebbero costretti a dormire sui materassini.

Il sindaco della città, Giorgio Talon, ha spiegato di aver ricevuto segnalazioni sulla presunta inadeguatezza delle condizioni igienico sanitarie nel condominio in cui sono alloggiati i profughi, assicurando che eseguirà le verifiche necessarie. Resta il problema che a Eraclea sono ospitati più di 250 migranti, quando l'accordo Stato - Regioni ne avrebbe previsti apena 13 per questo Comune. Verso le 11, poi, gran parte del blocco era stato rimosso in corrispondenza dell'arrivo nella località balneare del viceprefetto Vito Cusumano, con cui cinque profughi, una sorta di rappresentanza "sindacale" di chi viene ospitato nella struttura "Magnolie", hanno avuto un lungo faccia a faccia. Gli incontri naturalmente poi si sono susseguiti con tutti i protagonisti della vicenda: c'erano i rappresentanti della cooperativa di Carpi impegnata a gestire il soggiorno dei migranti, il sindaco Giorgio Talon e alcuni operatori commerciali, i quali hanno espresso ancora una volta tutta la loro contrarietà alla soluzione disposta da Ca' Corner. Sullo sfondo l'allestimento per ora bloccato dell'ex caserma Ca' Turcata, dove i profughi (ma in numero nettamente inferiore) dovrebbero essere ospitati in case-mobili finché l'edificio non avrà tutte le carte in regola per farlo in maniera più canonica.

TALON - "Sono allo stremo, qualcuno mi aiuti perché non so come venirne fuori". Il sindaco, Giorgio Talon, lo dice con la voce flebile, spossato dalla vicenda dei migranti che sono arrivati nel suo comune (430 a fronte dei 100 previsti), piazzati in un residence tra le case dei turisti e che oggi hanno inscenato una protesta per disagi vissuti, bloccando di fatto il centro della località balneare veneziana. "Se non pone la mano qualcuno sopra di me, non so come uscirne. Qualsiasi cosa faccia - osserva Talon - non va bene a nessuno. Qualcuno mi deve aiutare - ribadisce - altrimenti non ne esco più da questa vicenda

"Il prefetto - prosegue - giovedì scorso mi aveva assicurato che il numero dei migranti non sarebbe aumentato. E invece ieri ne sono arrivati altri 10. Non posso accettare altri arrivi. Non c'è più rapporto fiduciario istituzionale". Talon ricorda la 'marcia' fino in Prefettura della scorsa settimana tornando a proporre il trasferimento dei migranti nell'ex caserma di proprieta' comunale. Un aiuto che, a suo dire, non è arrivato nemmeno dal Consiglio regionale: "Il presidente Ciambetti - accusa - non mi ha ricevuto. Certo c'era l'emergenza della tromba d'aria, ma almeno si poteva incaricare un suo sostituto". Lunedì sera lo attende un Consiglio comunale straordinario nel corso del quale presumibilmente l'opposizione chiederà le sue dimissioni "perché non ho saputo gestire la situazione. Aspetto i loro consigli. No, non mi dimetto - si sfoga - perché questo vuol dire che la prefettura nominerà un commissario che potrà continuare indisturbato a usare Eraclea, senza ritegno".

Sulla protesta dei migranti, Talon rileva che i più agitati erano quelli di lingua francofona. "Si lamentavano che non c'è energia ed invece mancava qualche lampadina, che sono costretti a dormire su un materasso sul pavimento e la cooperativa mi ha detto che non vogliono le doghe sulle brandine. Il problema vero è che la cooperativa ha un numero così elevato di migranti da gestire che non riesce a contenere l'emergenza".

IL PRESIDENTE ZAIA - Il presidente del Veneto, Luca Zaia, giudica "intollerabile la situazione nel bel mezzo della stagione" che si è venuta a creare ad Eraclea dove un centinaio di migranti stamani ha bloccato il centro per protestare contro le modalità di accoglienza. "Ma Renzi - interroga Zaia - non aveva giurato al Veneto che non avrebbe più inviato immigrati nelle località turistiche?".

"Quanto andavo predicando da mesi si sta realizzando - osserva Zaia -. I profughi ospitati nel residence di Eraclea minacciano di scendere in piazza per protesta contro tutto: le condizioni igieniche del luogo in cui sono stati ammassati dallo Stato, contro l'assistenza sanitaria veneta che secondo loro non e' delle migliori (chissa' com'era a casa loro?), contro il cibo che non sarebbe di buona qualita', e cosi' via. Insomma, invece di ringraziare una comunità che li ospita nonostante tutto, bloccano un centro balneare nel bel mezzo della stagione".

Per Zaia "la precarietà della situazione dei profughi, frutto della disorganizzazione complessiva a livello centrale periferico che il governo sta manifestando nella gestione del flussi migratori, sta emergendo in tutta la sua evidenza. Ma non aveva detto, il premier, in privato come in pubblico durante una riunione a Palazzo Chigi, - ribadisce Zaia - che non avrebbe mai piu' inviato profughi e immigrati nelle localita' turistiche? Qual è il problema? I prefetti disubbidiscono, il Viminale è scollegato con palazzo Chigi, o gli ordini non arrivano più?. La nostra pazienza e quella dei sindaci è arrivata al limite".

"Non possono pensare di fregarsene così palesemente dei territori, dei sindaci, degli operatori turistici, di intere comunità che sul turismo vivono contribuendo con 16 miliardi di fatturato al Pil veneto - conclude Zaia - non possono immaginare che lasciamo che si intacchino i 70 milioni di presenze turistiche nel Veneto per l'insipienza e la disorganizzazione di qualche ministro o prefetto. Bisognera' intervenire nel modo più deciso possibile".
 

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