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Cronaca Lido

I dipendenti di Cinecittà portano il loro funerale alla Mostra del Cinema

Verso le 19, appena concluso il red carpet ufficiale, una cinquantina di lavoratori degli studi cinematografici romani hanno protestato di fronte a un cordone di polizia: "Cinecittà non si tocca"

Una cinquantina di dipendenti di Cinecittà hanno inscenato il loro personale "red carpet" nelle vicinanze del Palazzo del Cinema, davanti a un cordone di polizia. I manifestanti, con tanto di "macchina della neve" a suon di slogan molto "espliciti", hanno dichiarato tutto il proprio disappunto nei confronti del nuovo piano industriale che coinvolgerà gli storici studi cinematografici romani.


Nel mirino, come da qualche settimana a questa parte, il presidente di Cinecittà Studios Luigi Abete. Un red carpet con megafono, slogan e lapidi finte per rappresentare il "funerale" del cinema italiano. Hanno "partecipato" anche rappresentanti del Teatro Valle di Roma e del Teatro Marinoni dell'Ospedale al mare del Lido. "Fermiamo il cemento di Abete altrimenti questo sarà l'ultimo ciak", recita uno degli striscioni esposti. C'è stato un breve contatto con gli agenti, poi la situazione è tornata nella normalità.

"Perché mai un festival importante come quello di Venezia ignora la questione di Cinecittà? - ha urlato un manifestante al megafono - Non sono due luoghi diversi che parlano della stessa cosa, che si ciba(va)no delle stesse prelibatezze? C'é ancora tempo per cambiare e dimostrare che nel nostro paese ci sono le intelligenze, le capacità, i saperi per invertire la rotta. Per questo oggi siamo qui a sostenere la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di Cinecittà e invitiamo tutti gli artisti, gli attori, i registi, i produttori, i lavoratori dello spettacolo a prendersi cura di Cinecittà e trovare forme alternative di gestione degli studios, con una progettualità cooperativa e orizzontale per la difesa ed il rilancio dei beni comuni che ci stanno sottraendo".

 

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