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Cronaca Cona / Conetta

Anglofoni e francofoni sempre più spaccati, nuova protesta dei profughi a Conetta

Breve manifestazione a favore di telecamera lunedì, poi è tornata la calma. Ennesimo tavolo in Procura tra forze dell'ordine e magistrati. Il questore: "La situazione è stata gestita bene"

E' l'unico modo che hanno a disposizione per mantenere l'attenzione concentrata sulle condizioni di vita all'interno dell'ex base. Così, lunedì mattina, non appena hanno visto le telecamere della trasmissione televisiva "Matrix" sono usciti dal cancello del compendio di Conetta con qualche cartello e hanno dato vita all'ennesima (breve) manifestazione di protesta.

La situazione all'interno del campo di Conetta

Stavolta ad alzare la voce è stata la componente nigeriana dei richiedenti asilo (o per meglio dire quella anglofona). Nei giorni scorsi invece la miccia era stata accesa soprattutto dai richiedenti ivoriani, connazionali di Sandrine Bakayoko, la 25enne che ha perso la vita per una trombosi bilaterale fulminante. Dopo la tragedia sono scattate non solo le inchieste, ma anche le manifestazioni. Con tanto di blocco dell'ingresso della base e il conseguente "sequestro" degli operatori della cooperativa che si trovavano nel campo. Stavolta, però, sono i nigeriani a denunciare una presunta disparità di trattamento rispetto agli ivoriani. Specie per il fatto che dopo la lunga notte seguita al decesso di Sandrine Bakayoko ancora non sarebbero stati presi provvedimenti nei confronti degli organizzatori della rivolta. In verità, come ha specificato il questore Angelo Sanna il giorno seguente, chi di dovere sta utilizzando il metodo del "buon senso".

In sintesi: prima c'erano da risolvere le questioni di ordine pubblico, poi le indagini faranno il loro corso. "Chi ha sbagliato, pagherà", aveva del resto sottolineato il procuratore capo ad interim di Venezia, Carlo Nordio. Non a casa lunedì mattina in procura è stato organizzato l'ennesimo tavolo tra forze dell'ordine e magistrati. Si è vicini all'identificazione "precisa" dei facinorosi che hanno fomentato la protesta della scorsa settimana. Sul tavolo i reati di danneggiamento, violenza privata e, nel caso venga ravvisato, anche sequestro di persona aggravato. Nell'ex base missilistica fino a pochi giorni fa c'erano circa 1.400 richiedenti asilo, dopodiché ne sono stati trasferiti 109. Il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento Immigrazione del ministero dell'Interno, ha dichiarato di voler "svuotare" Conetta a breve.

Il sindaco del paese, Alberto Panfilio, sta alla finestra. Chiedendo condizioni di vita migliori per i profughi e, di conseguenza, preoccupazioni in meno per i suoi concittadini: "E' una questione di umanità", ha sottolineato. Lunedì mattina sul tema è intervenuto anche il questore di Venezia, Angelo Sanna: "Ora non si parla più di disordini - ha affermato - Era una situazione da gestire con sensibilità, perché avrebbe potuto solleticare anche mondi che si muovono ai margini. Pronti a raccogliere queste proteste per altri scopi. Abbiamo portato a termine un bel lavoro di concerto con la magistratura". 
 

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