Non che durante le indagini, tra intercettazioni e appostamenti, i carabinieri del nucleo investigativo di Venezia non avessero in mano elementi decisivi per identificare il quarto componente della banda che assaltò la gioielleria di Gianni Simionato, il commerciante di Stra che il 3 gennaio scorso venne legato e rapinato da un commando armato. La pistola, poi risultata falsa, venne trovata in un campo poco distante da via Mazzini, la strada principale del paese. Ora arriva l'ufficialità, da parte di chi le indagini le ha coordinate, mettendo in piedi una task force interna all'Arma dedicata solo al caso della rapina che tanto aveva fatto discutere anche la politica:

"L'ultima persona che fa parte del gruppo criminale è stata identificata", ha dichiarato il procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito durante un incontro a Stra di mercoledì pomeriggio. Presenti anche il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, il questore Angelo Sanna, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza. Insomma, il mondo delle forze dell'ordine e chi le coordina era rappresentato ai massimi livelli.

E' proprio in questa occasione che il procuratore D'Ippolito, sottolineando l'importanza della collaborazione dei cittadini nelle indagini (tre i passanti che riuscirono a fornire il numero di targa della Citroen Xsara dei fuggitivi e, in un caso, anche una descrizione fisica accurata del 'palo'), ha ufficializzato che per il quarto componente della banda, l'unico ancora rimasto in libertà, il cerchio si sta chiudendo. Le forze dell'ordine già la scorsa settimana con ogni probabilità sapevano chi fosse, ma nel momento in cui sono scattati gli arresti (a carico di due uomini e una donna d origini campane) quest'ultimo non si è fatto trovare. L'incontro è servito anche al prefetto per sottolineare come il numero di furti nel territorio del comune della Riviera del Brenta sia in forte calo, "merito dell'aiuto dei cittadini". La dimostrazione lampante la si è avuta proprio nel caso della rapina del 3 gennaio scorso.