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Cronaca Dolo / Via Benedetto Cairoli

Rapinò con gli amici (e le pistole) una tabaccheria a Dolo, arrestato

Un 24enne di Marghera si trova in carcere da lunedì per il colpo messo a segno il 1 febbraio 2014 in un esercizio nel pieno centro del paese

Furono traditi anche dalla "baldanza" con cui utilizzavano i social network. Era stata una rapina che aveva avuto una profonda eco in paese, anche perché diciotto giorni dopo il colpo il titolare della tabaccheria di via Cairoli a Dolo morì per un malore. Ora, però, dalle denunce si passa alle manette. Almeno per uno dei cinque componenti del commando che assaltò l'esercizio pubblico nel pieno centro del paese della Riviera. La Procura di Venezia ha spiccato infatti un ordine di carcerazione nei confronti di un 24enne residente a Marghera, accusandolo di far parte della banda che concepì e poi perpetrò la rapina il 1 febbraio 2014. Si tratta di una delle due leve "margherine" del commando, visto che le altre vivono nel Palermitano. La seconda, vista la sua fedina penale fino a quel momento immacolata, dovrà sottostare all'obbligo di domra.

Al tempo, all'approssimarsi dell'orario di chiusura, due banditi entrarono nella tabaccheria "Da Mario" (tra cui l'arrestato) minacciando con le pistole il titolare e un cliente che si trovava all'interno. "Dame i schei", una frase del genere era stata urlata con le pistole spianate. Altri due complici si erano posizionati davanti alla vetrina (due palermitani, uno che ora si trova già in carcere, l'altro finito ai domiciliari), per controllare che nessuno potesse mandare a gambe all'aria il piano. Un quinto (denunciato un anno fa), invece, aspettava a bordo di un'auto poco distante. Pronto a raccogliere i banditi, fino a quel momento incensurati, per poi tagliare la corda con un bottino di poco più di duemile euro, oltre che gratta e vinci e ricariche telefoniche. Al tempo il più anziano del gruppo aveva 22 anni, ma fin da subito le testimonianze della vittima sottolinearono che con ogni probabilità si era trattato di ragazzi. Ragazzi che però avevano a disposizione anche armi vere: due pistole erano false, ma le restanti due potevano fare molto male. Furono sequestrate dai carabinieri a tre settimane dal colpo, quando i cinque vennero tutti denunciati. Le indagini permisero di requisire anche i passamontagna utilizzati.

A mettere sulla giusta strada gli investigatori dell'Arma il fatto che qualcuno aveva raggiunto alcune tabaccherie cercando di riscuotere diversi tagliandi vincenti. Un numero di vincite che insospettì i carabinieri, che decisero di sondare quella pista. Facendo centro. Ora il giovane si trova nel carcere di Santa Maria Maggiore in attesa dell'interrogatorio di garanzia. 

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