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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

In manette la banda delle rapine in banca: presi anche i basisti a Mestre e Tessera

La squadra mobile di Firenze ha arrestato una banda, cui viene contestata l'associazione per delinquere, che ha assaltato 2 istituti anche da noi. Ai domiciliari i complici "veneziani"

Durante i loro colpi toccavano banconi, porte e vetrate ma non lasciavano mai un'impronta che potesse aiutare gli investigatori a svelare la loro indentità. Si è poi scoperto che laccavano le loro dita con un doppio strato di supercolla in modo da non lasciare tracce. La squadra mobile di Firenze, però, dopo molti mesi è riuscita a identificare 7 sospetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furto e lesioni. Sono accusati di aver messo a segno una lunga serie di rapine in banca tra Firenze e il Triveneto. Anche il territorio lagunare sarebbe stato "violato": due in particolare gli assalti nel mirino. Si tratta della rapina al Credito Cooperativo di Marcon in via Miranese, al termine del quale venne arrestata in flagrante tutta la banda di siciliani, compreso il basista veneziano, e l'assalto alla Carige della Bissuola di qualche mese prima. In questo caso il basista sarebbe stato R.A., catanese 56enne residente a Tessera. Entrambi gli appoggi logistici lagunari ora si trovano ai domiciliari. Il gruppo "di fuoco" era composto in gran parte da trasfertisti siciliani, che salivano al Nord per mettere a segno colpi piuttosto ingenti. Anche superiori ai centomila euro.

Le indagini sono state avviate nel giugno scorso, dopo una rapina perpetrata alla Cassa di Risparmio di San Miniato, nel corso della quale vennero sottratti circa 130 mila euro. I rapinatori hanno dimostrato una consolidata tecnica criminale: erano soliti entrare in 3 nei locali, con un “palo” all’esterno, in contatto telefonico con i complici tramite utenze “citofono”, con il compito specifico di avvisare dell’eventuale ingresso di ulteriori clienti che venivano puntualmente privati dei cellulari e, in taluni casi, chiusi a chiave all’interno di stanze della struttura. Dopo i dipendenti venivano costretti a digitare i codici di sblocco delle casseforti, talvolta attendendone l'apertura temporizzata. Dopo aver consumato il reato, spesso facevano perdere le proprie tracce tornando a Catania tramite autobus di un'azienda di trasporto privato, confondendosi tra gli ignari viaggiatori.

Gli arrestati avrebbero commesso almeno sette colpi nelle province di Firenze, Venezia e Verona. Il gruppo criminale è sospettato della rapina di ottobre alla Carige di Venezia, durante la quale un dipendente della banca rimase ferito e vennero trafugati circa 10mila euro, e della rapina di dicembre all’Istituto di Credito Cooperativo di Marcon-Venezia di via Miranese, nel corso della quale furono rubati 82mila euro. I rapinatori furono arrestati in flagrante subito dopo: la polizio piombò nel covo di Zelarino del basista, una ex guardia giurata cui ora viene notificata una nuova ordinanza agli arresti domiciliari. A Mestre giovedì è stato arrestato anche R.A., catanese classe 1961. Ritenuto uno dei trasfertisti.

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