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Cronaca Portogruaro

Rapinano il Lidl e fuggono in bici, trasfertisti traditi dai biglietti del treno

Tre rapinatori e un basista avevano assaltato il centro commerciale di Portogruaro. La svolta quando i carabinieri hanno trovato i tagliandi Catania-Mestre con prenotazione nominativa

I carabinieri erano già sulle loro tracce. O meglio, stavano seguendo le mosse del basista della banda che il 26 ottobre scorso aveva rapinato il centro commerciale Lidl di Portogruaro. Commesse minacciate con dei taglierini e una "curiosa" fuga in bicicletta. Poi la svolta: un piccolo dettaglio risultato fondamentale per la conclusione dell'operazione. La convivente dell'uomo, Francesco Roberto Filippini, 37enne di origini catanesi ma residente a Portogruaro, una giorno è andata a gettare la spazzatura in dei cassonetti "diversi dal solito". Normalmente lo faceva, davanti agli occhi dei carabinieri in appostamento, sotto casa, come logico che sia.

 

Quella volta, invece, era andata più lontano. Un fatto che ha insospettito gli agenti del Nucleo investigativo dell'Arma, che sono andati a controllare di cosa si fosse liberata la donna. Senza saperlo, con quella mossa, aveva fornito nome e cognome degli altri tre malviventi che avevano preso parte alla rapina. Si trattava infatti di tre biglietti ferroviari strappati da Catania a Mestre, con tanto di prenotazione, utilizzati qualche giorno prima del colpo. E la prenotazione è nominativa.

Si trattava con ogni evidenza di dei "trasfertisti", che per ostacolare le indagini rimangono sul "luogo del delitto" solo il tempo necessario per compierlo, per poi tornare da dove erano venuti. Il 26 ottobre scorso, infatti, in tre erano entrati in orario di chiusura nel centro commerciale, a volto coperto, ma erano riusciti a trafugare "solo" un migliaio di euro. Un'unica cassa era rimasta aperta, mentre le altre si erano chiuse per un congegno di sicurezza a tempo. I tre, quindi, con il basista rimasto fuori ad attendere in auto, se n'erano andati in bicicletta, probabilmente per dare meno nell'occhio tra la folla.

Individuati i colpevoli, i militari hanno potuto "monitorare" le telefonate tra di loro, sventando un secondo colpo che il sodalizio aveva in progetto: quello di assaltare un ufficio postale del Portogruarese. Stesse modalità: taglierino alla gola, bottino in mano e fuga in bicicletta. I carabinieri, però, sono arrivati prima. Hanno "incastrato" Filippini a gennaio sorprendendolo con 59 grammi di cocaina nel bagagliaio della propria auto (un giro di spaccio indipendente dai colpi ai centri commerciali) costringendolo ai domiciliari. Nella conseguente perquisizione in casa sono stati trovati sotto un lavello anche i taglierini utilizzati per la rapina al Lidl.

Visti gli elementi raccolti il gip Roberta Marchiori ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei quattro componenti della banda. Al basista portogruarese, per forza di cose, è stata notificata ai domiciliari, mentre a due trasfertisti, Vito Russo, 30enne e Orazio Luciano Sciacca, 25enne, è stata consegnata nel carcere di Catania, dove si trovavano già reclusi per altri reati contro il patrimonio. L'unico in libertà, finito in manette ieri, era Alfio D'Ignoti Parenti, 22enne. Ora gli inquirenti continuano le indagini, che si concentrerebbero anche sulle prenotazioni ferroviarie, per collegare il modus operandi della banda ad altri colpi messi a segno nel Veneziano.

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