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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Mestre Centro / Via della Stazione

Armi e violenza contro i connazionali, banda di rapinatori smantellata

Cinque cinesi in stato di fermo, due dimorano a Mestre. Il 20 luglio si era verificata un'aggressione in un affittacamere di viale Stazione. L'arma in più: l'omertà delle vittime

Sono cinque, in tutto, le persone fermate dai carabinieri perché accusate di far parte di una banda che commetteva furti e rapine tra centro e nord Italia. Tutti di nazionalità cinese, due di loro (una coppia) dimoranti a Mestre, gli altri a Padova. Uno dei colpi era stato messo a segno proprio a Mestre, il 20 luglio scorso, all'interno di un affittacamere di viale Stazione. Il gruppo si caratterizzava per l'utilizzo di metodi brutali, oltre che di armi da fuoco e da taglio (coltelli a lama lunga, accette e machete): non esitavano a usare violenza sulle vittime, che venivano imbavagliate e legate con fascette di plastica.

Scorribande nel centro e nord Italia

Le ordinanze (due custodie cautelari in carcere e 5 fermi di indiziato di delitto) sono state eseguite all'alba di ieri tra Napoli, Mestre, Padova, Poggio a Caiano (Prato), Campi Bisenzio (Firenze) e Reggio Emilia, da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Gorizia, con la collaborazione dei colleghi dei rispettivi comandi provinciali. I "mestrini" sono Z.S., 57 anni, e la compagna C.T., 51 anni. I "padovani" hanno 46, 31 e 47 anni. Le rapine sono state compiute ai danni di connazionali cinesi tra il febbraio e l'agosto di quest'anno: due le rapine in appartamento accertate (a San Pier d’Isonzo, in provincia di Gorizia, e a Mestre), 7 i furti o tentati furti ai danni di fabbriche e laboratori tessili tra le province di Mantova, Milano, Treviso e Rovigo.

Paura di ritorsioni

L’indagine si è rivelata particolarmente complessa, spiegano i carabinieri, anche a causa dell'atteggiamento di omertà adottato dalle vittime, riluttanti a denunciare alle forze dell'ordine per il timore di ritorsioni. Operate anche alcune perquisizioni, che hanno permesso di trovare, all’interno di un capannone a Poggio a Caiano, diverse macchine da cucire industriali provento di furto. Inoltre è stata sequestrata una Volkswagen Caddy, utilizzata dalla banda per gli spostamenti sul territorio nazionale.

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