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Cronaca

Brugnaro sullo screzio con lo studente: "E' dei centri sociali, che rispettino le regole"

Il sindaco di Venezia dà la sua versione dei fatti, dopo che mercoledì aveva invitato "fuori" un ragazzo durante una serata pubblica. "Avevo già avvertito che sarei dovuto andare via". Lo studente, Niccolò Onesto, davanti al municipio di Mestre ha regalato dei guantoni al primo cittadino

"Non posso discutere con gente così". Sintetiche ma taglienti le parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a commento di quanto successo mercoledì sera all'auditorium di Mestre, a margine della serata dedicata al futuro della città metropolitana. Un appuntamento a cui avevano partecipato molti giovani, tra cui anche un rappresentante del Coordinamento Studenti Medi. Il ragazzo a un certo punto ha rivolto una domanda al primo cittadino, che a sua volta ha invitato "fuori" il suo interlocutore. Per un colloquio a tu per tu. Lo studente ha deciso di rispondere con ironia il giorno seguente, quando davanti al municipio di Mestre si è presentato con un paio di guantoni da regalare al primo cittadino: "Noi ieri abbiamo cercato il confronto come l'abbiamo cercato 2 settimane fa - ha dichiarato - la settimana prossima lanceremo una grande assemblea per portare le nostre proposte a Brugnaro. Crediamo che le sue politiche siano sbagliate e lo vediamo a Mestre. I parchi non sono da recintare e i Cubi non sono da demolire. Noi giovani abbiamo sempre meno spazio".

Brugnaro ha spiegato invece nel primo pomeriggio di giovedì il significato di quel "vieni fuori" ripetuto: "Avevo già avvertito che me ne sarei dovuto andare - ha dichiarato - un ragazzo che non era in lista degli interventi ha preso il microfono e ha chiesto di parlare. Ha chiesto perché i carabinieri non li hanno fatti arrivare a Ca' Farsetti durante il corteo studentesco di due settimane fa. A quel punto l'ho riconosciuto".

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IL COMMENTO DI BRUGNARO IL GIORNO DOPO

Il confronto tra Brugnaro e lo studente pare non esserci stato all'esterno, con il sindaco che sarebbe uscito dalla sala, abbandonando l'auditorium. "Non ho usato toni minacciosi. Avevo già avvertito che sarei dovuto uscire. Non accetto però di discutere con chi parla di 'seppellire' e si nasconde dietro ai fumogeni - ha spiegato a margine della conferenza stampa convocata giovedì mattina a Ca' Farsetti - Questi occupano biblioteche, occupano case, che invece dovrebbero essere gestite con graduatorie pubbliche. 'Seppellire' è un termine importante e pericoloso, si fa presto a passare ai fatti. Questa è violenza verbale e bisogna fare attenzione ai termini. Sono esponenti del partito del 'no a tutto' che però ha perso le elezioni. Si ripresentino e vediamo se riescono a raccogliere voti. Tu - conclude - in centro storico i fumogeni non li puoi accendere. E' ora che anche loro rispettino le regole".

LO STUDENTE GLI REGALA DEI GUANTONI: "LE SUE POLITICHE SONO FALLIMENTARI"

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