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Cadenzamento alla prova: guasto a Dolo e morta a Vigonza, treni in tilt

Ritardi e cancellazioni lunedì mattina sulla Padova-Venezia, 20 corse coinvolte. Lamentele pure dal Veneto orientale. Il Pd: "Chisso si spieghi"

Quando piove grandina. Proprio nel primo giorno feriale in cui si mette alla prova l'orario cadenzato dei treni, un convoglio regionale verso le 6 di mattina tra le stazioni di Vigonza e di Dolo ha registrato alcuni problemi. Da quanto spiegano da Trenitalia "non riusciva a captare" la corrente. Un problema dovuto al gelo? Chissà. Fatto sta che a pagarne le spese sono stati quattordici regionali che hanno registrato ridardi tra i venti e sessanta minuti. Sei corse, invece, sono state cancellate.

In piena fascia dei pendolari. Inevitabile che i disagi si ripercuotessero su tutta la linea fino a raggiungere il "nodo" di Mestre. Lì sono arrivate anche le lamentele di altri viaggiatori provenienti dal Veneto orientale, che inevitabilmente hanno fatto sentire la propria voce sui social network. C'è chi è arrivato alla stazione di Mestre contento per il fatto "che il treno fa meno fermate", ma all'improvviso si accorge che "il treno non continua fino a Venezia. Sono arriva al lavoro mezz'ora in ritardo aspettando un nuovo convoglio che mi portasse a destinazione".

"Osservato speciale" l'autobus sostitutivo delle 00.21 per Portogruaro che nella notte tra sabato e domenica non è partito. Lasciando a piedi molti viaggiatori. Il giorno seguente la corsa è partita regolarmente, ma sono arrivate lamentele per il fatto che la stessa non era segnalata sul tabellone. "In molti per non rischiare si sono fatti venire a prendere in macchina", racconta una viaggiatrice. C'è chi poi segnala che a San Donà il treno delle 7.42 era già stracolmo di gente. A peggiorare la situazione lunedì mattina lo sciopero di quattro ore dei trasporti pubblici (anche a Venezia).

La morte di una donna a bordo di un treno all'altezza di Vigonza (in provincia di Padova) ha provocato poi nuovi rallentamenti sulla linea Padova-Venezia, di fatto andando a 'colpire' più nodi ferroviari. Il personale del treno - un Vicenza-Venezia che viaggiava sulla linea detta "storica" ovvero non quella ad alta velocità - ha avvisato i sanitari del Suem 118 che una donna, pare anziana, si sentiva male mentre era in viaggio. Il treno è stato quindi fermato - come riferisce Trenitalia - e raggiunto dai sanitari in ambulanza. I soccorritori però non hanno potuto che constatare il decesso della donna. Si sono accumulati ritardi fino ad oltre 40 minuti.

"Adesso - rilevano i consiglieri - Chisso venga in aula e risponda puntualmente su quanto sta accadendo, chiarendo quali richieste, pervenute da sindaci e comitati degli utenti, hanno trovato spazio nel nuovo orario, cosa è in fase di valutazione e cosa non potrà essere accolto. Nei prossimi giorni sarà in discussione l'assestamento del bilancio 2013, momento che costringerà la Giunta a tamponare i suoi errori di gestione". "Anche nel caso dell'orario cadenzato - concludono Pigozzo e Ruzzante - è bene che in Giunta comincino immediatamente a correggere il tiro, considerando la necessità di investire più risorse nel trasporto pubblico ferroviario col bilancio 2014. Perché altrimenti è veramente diabolico perseverare in errori che danneggiano in questo modo i cittadini veneti".

"Ritardi pesanti, tagli di corse, carrozze strapiene, pendolari sul piede di guerra: se il buongiorno si vede dal mattino, l'esordio dell'orario cadenzato è davvero pessimo": lo dichiarano in un a nota i consiglieri regionali del Pd, Bruno Pigozzo e Piero Ruzzante, commentando le ripercussioni sul trasporto ferroviario regionale legate all'introduzione del nuovo orario cadenzato. "Eppure per mesi - sottolineano i due consiglieri - abbiamo chiesto che l'assessore Chisso e il presidente Zaia aprissero occhi ed orecchie alle tante segnalazioni dei territori sui probabili ed ulteriori disagi che il nuovo orario avrebbe provocato".

"Il battesimo del sistema di trasporto ferroviario su ferro non è stato certo soddisfacente; anzi è andato male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena. Io però credo in quello che il suo amministratore delegato ha definito il migliore standard di servizio a livello europeo e, nell'invitare tutti gli utenti a segnalare criticità e a inviarci suggerimenti, attendo che chi svolge il servizio lo assicuri così come è stato assieme stabilito che debba funzionare". Lo stesso Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto, è decisamente contrariato da come sono andate le cose nei primi due giorni di nuovo servizio cadenzato, soprattutto in un lunedì che rappresentava il battesimo del fuoco, dopo che domenica è mancato all'appello in piena notte un autobus sostitutivo.

"Certo, siamo tutti di fronte ad un sistema nuovo, ma al momento non possiamo valutarlo nella sua funzionalità proprio a causa di queste disfunzioni, che potevano e sarebbero capitate anche con il vecchio sistema - ha detto Chisso - mi auguro però che non si ripetano, non di questa entità ed estensione, e soprattutto chiedo che si capisca alla radice quali ne sono state le cause remote e vi si ponga rimedio. Un servizio ferroviario non può vivere con le fragilità che abbiamo constatato, anche se so dell'impegno profuso da tutti gli addetti al lavoro per limitare i disagi e per garantire il ritorno alla normalità. A chi continua a speculare - conclude l'assessore - dico solo che far funzionare i treni non è una scelta politica, di destra o di sinistra, ma un dovere di tutti, Trenitalia in testa, che dobbiamo continuare a tenere sotto pressione". Per raccogliere osservazioni, segnalazioni e proposte, sono disponibili l'indirizzo nuovorariocadenzato@venetotreni.it, oppure il numero verde gratuito 800042822, in orario d'ufficio.

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