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Cronaca Jesolo

Tragica vacanza in Sudamerica: "Motociclista jesolano ucciso in una favela in Brasile"

La notizia ha raggiunto l'Italia giovedì sera. La vittima è Roberto Bardella, 52enne di Jesolo che stava viaggiando in moto insieme a Rino Polato, 59enne, sequestrato e poi liberato

Sarebbe stato ucciso da un colpo di pistola alla testa dopo essersi addentrato in una favela brasiliana di Rio per errore. Roberto Bardella, 52enne di Jesolo, avrebbe trovato la morte, stando a quanto dichiara l'edizione online di "O Globo", durante un viaggio in moto nel Paese sudamericano. Secondo i media brasiliani, che riprendo fonti della polizia, sarebbe stato aggredito da narcotrafficanti locali o a scopo di rapina. L'ipotesi più accreditata è che la vittima sia stata scambiata per una rappresentante delle forze dell'ordine. All'inizio la banda avrebbe preso in ostaggio anche il cugino della vittima, Rino Polato, agente di commercio di Fossalta di Piave di 59 anni.

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I due, come detto, forse sono stati scambiati per forze dell'ordine per via di una telecamerina sul casco di Bardella, o forse sono stati aggrediti a scopo di rapina, visto che i loro beni personali (o almeno gran parte) sarebbero spariti. La coppia era partita alla volta di Buenos Aires, in Argentina, il 29 novembre scorso. I due avevano postato una foto, sorridenti, mentre all'aeroporto Marco Polo si apprestavano a consegnare i bagagli in vista del volo intercontinentale. Dopodiché avevano raggiunto l'Argentina, il Paraguay e, infine, il Brasile. Tutto in motocicletta. Il tour sarebbe dovuto poi proseguire attraverso Colombia, Perù, Bolivia e Cile.

Il colpo fatale alla testa sarebbe partito dagli esponenti di una banda che controlla la zona di Morro dos Prazes, nella megalopoli carioca. A far luce sulla vicenda, su cui ora stanno indagando le autorità brasiliane, sarebbe stato lo stesso Polato, che sarebbe stato rilasciato dopo il sequestro e sarebbe stato trovato in comprensibile stato di shock. Ferite lievi per lui, ma ciò che ha vissuto sarà un trauma quasi impossibile da rimarginare. Non è chiaro se a determinare la liberazione del viaggiatore sia stato un blitz del Bope, il Battaglione per le operazioni speciali della polizia militare, o se invece il loro arrivo sia stato immediatamente successivo. Il profilo twitter della polizia di pacificazione (Upp) parla apertamente di "assedio". Fatto sta che sarebbero stati gli agenti a soccorrere il 59enne in prossimità di uno degli ingressi della favela, in corrispondenza di una delle vie di accesso alla collina su cui è adagiato il Morro dos Prazeres. Sempre stando a "O Globo", Polato sarebbe stato portato al posto di polizia, accompagnato da funzionari del Consolato italiano. Il corpo di Roberto Bardella sarebbe invece stato trasportato a un istituto di medicina legale di Rio.

LA TESTIMONIANZA DEL COMPAGNO DI VIAGGIO - O Globo riporta anche la ricostruzione dei fatti fornita dalla polizia carioca, sulla base della testimonianza di Polato: i due veneziani avrebbero visitato il Cristo Redentore, dopodiché sarebbero saliti in sella alle rispettive moto per raggiungere la spiaggia. Avrebbero seguito l'itinerario del Gps, addentrandosi nella favela di Morro dos Prazes. A quel punto si sarebbero imbattuti in almeno 8 individui armati. "Uno di loro aveva anche un fucile", ha dichiarato il capo della Divisione omicidi della polizia, Fabio Cardoso. I banditi avrebbero subito aperto il fuoco. La vittima sarebbe stata colpita alla testa e a un braccio, perdendo la vita all'istante. Una delle ipotesi, rilanciata anche dallo stesso Polato, è che i banditi avrebbero potuto scambiare i turisti per agenti di polizia, anche perché Bardella avrebbe posizionato una telecamerina sul proprio casco. Dopo la sparatoria il corpo di Bardella, sempre stando alle autorità brasiliane riprese da 'O Globo, sarebbe stato caricato nel bagagliaio di un'auto bianca, mentre il compagno di viaggio sarebbe stato costretto a salire a bordo. I banditi avrebbero girato per un paio d'ore per la favela in auto, aspettando ordini su dove lasciare il corpo, poi trovato in Cândido de Oliveira Street dalla polizia, la quale si era messa alla ricerca degli sventurati alle 11 ora locale. Dopo aver ricevuto la denuncia di scomparsa di 2 italiani. Le loro motociclette sarebbero state recuperate, così come il cellulare di Polato. Ma il resto dei beni personali della coppia (compresi i passaporti) sarebbe sparito.

Si tratta del terzo caso di italiani uccisi in Brasile in meno di un mese. Nella notte tra il 17 e il 18 novembre la ragusana Pamela Canzonieri è stata trovata strangolata in casa a Morro de Sao Paulo, un piccolo paradiso nel sud di Bahia. Mentre il 5 dicembre Alberto Baroli, 51enne milanese ma residente a Parigi, è stato accoltellato da un gruppo di malviventi durante una rapina a Beberibe, nello Stato del Cearà.  

DOLORE IN PAESE. Bardella era proprietario a Jesolo di un’agenzia di affitti e di amministrazione condominiale che gestiva insieme alla moglie. La coppia ha un figlio, promessa del rugby italiano. Tra i suoi amici c’è disperazione e sconcerto per quanto avvenuto. "Non riesco a capire come possano accadere queste cose -  ha dichiarato all’Ansa l’assessore comunale Ennio Valiante, che con Bardella giocava spesso a golf - Era un bravissimo sportivo, che amava la sua moto". Proprio con la sua due ruote organizzava ogni anno un viaggio diverso, un’abitudine che lo aveva portato a girare tutto il mondo. "Eravamo amici dal 1994 - racconta l’assessore - lo avevo visto proprio il giorno prima della sua partenza. È sconvolgente quello che gli è successo perché era uno sportivo e un uomo prudente. Ogni anno acquistava il biglietto aereo e poi si organizzava da solo l’intero viaggio".

Anche la squadra di rugby del figlio della vittima, il San Donà, in una nota ha espresso tutto il proprio cordoglio: "Il Rugby San Donà apprende tristemente la notizia della tragica scomparsa di Roberto Bardella, padre di Mattia Bardella, giocatore cresciuto nelle giovanili del club sandonatese e da quest’anno arruolato nella prima squadra biancoceleste. In questo triste e doloroso momento, la società si stringe attorno al suo giocatore Mattia in un caloroso abbraccio, esprimendo vicinanza e affetto a lui e alla sua famiglia. Dirigenti, staff, compagni di squadra e tutti i giocatori del Rugby San Donà esprimono alla famiglia Bardella le più sentite condoglianze".

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