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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria di Sala / Veternigo

Rischiò di morire nella discesa sul Montello, ci torna col suo salvatore: "Una promessa"

Roberto Busolin, 38enne di Veternigo, il 16 luglio scorso uscì di strada a Volpago. Finì in coma. Venne soccorso in extremis da un ciclista trevigiano. Domenica l'uscita insieme

Da quel momento, da quando quella scarpa è spuntata dalla sterpaglia, le loro vite sono legate da un filo che non si spezzerà mai. Perché se non fosse stato per Cristiano Simoni, 47enne trevigiano, Roberto Busolin, cicloamatore di Veternigo di Santa Maria di Sala, con ogni probabilità non sarebbe più qui. Invece il destino per lui ha deciso qualcosa di diverso: 9 mesi fa il ciclista veneziano 38enne è stato protagonista di un grave incidente stradale a Volpago del Montello. Era impegnato in una discesa quando, per cause che ancora non sono state chiarite fino in fondo, è finito fuori strada. In una scarpata caratterizzata da una fitta vegetazione che lo nascondeva alla vista dei passanti.

Tutti tranne uno: dopo chissà quanti minuti dalla rovinosa caduta, infatti, è transitato Cristiano Simoni, che si è accorto solo dello scarpino del ferito. Per fortuna era di un colore molto acceso. Busolin era agonizzante: la milza rotta, un profondo trauma cranico e il volto diventato una maschera di sangue. Stava per morire a causa di una grave emorragia interna. Sono seguiti momenti concitati: l'intervento dell'elicottero del 118, il trasferimento del ferito all'ospedale e alcuni giorni di coma.

La lunga convalescenza, però, al 38enne non ha fatto perdere l'amore per le due ruote. Nonostante la schiena all'inizio non volesse saperne di tornare come prima. Intanto il rapporto tra i due, "salvatore" e "salvato", diventa sempre più stretto. Del resto c'era una promessa in ballo: "Tornerai con me sul luogo dell'incidente, lo faremo insieme", ripetevano l'uno all'altro. Finché, domenica, quel giorno è arrivato.

Cristiano e Roberto hanno iniziato a spingere sui pedali, come se nulla fosse accaduto. Del resto tra amanti delle bici certe cose vengono naturali. Finché entrambi non si sono fermati sul punto di Volpago del Montello dove tutto è iniziato, in una maledetta mattinata di luglio: "Quando ho visto dove sarei potuto morire - racconta Roberto Busolin - non ho provato né stupore, né paura. Semplicemente perché di quei momenti non ricordo nulla. Ho avuto la sensazione di esserci già stato, ma nulla più". Al suo fianco Cristiano, che invece quegli eterni minuti se li ricorda come fossero ieri. Il 47enne ha continuato a interessarsi ogni giorno dell'evoluzione del quadro clinico del nuovo amico, finché i tempi non sono stati maturi per lasciarsi alle spalle il passato. Finché non ci sono state solo le loro biciclette e quel filo ogni giorno più forte di prima. Lì, dove tutto è iniziato. 

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