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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Santa Maria di Sala

Safilo, congelata la procedura di mobilità, restano i 1.000 esuberi

E' stato rinviato l'appuntamento previsto per oggi tra le parti sociali e le amministrazioni comunali, in merito alla difficile situazione dell'azienda: prima i vertici incontranno i sindacati

È stato rinviato a data da definirsi l’incontro previsto per oggi, mercoledì 16 maggio, ore 14, nella sede di Veneto Lavoro a Mestre, tra le parti sociali e le amministrazioni comunali, in merito alla difficile situazione della Safilo. “CGIL, CISL, UIL e la Safilo stessa hanno richiesto di ritrovarci successivamente alla serie di incontri già concordati tra di loro, per avere un quadro più completo delle soluzioni praticabili", ha dichiarato l'assessore regionale alle Politiche per il Lavoro Elena Donazzon.

L’azienda congela, dunque, di fatto, l’inizio della procedura di mobilità, conseguenza del nuovo piano industriale, presentato lo scorso venerdì 11 maggio, nel corso di un incontro tra l’amministratore delegato del gruppo Roberto Vedovotto e le sigle sindacali, presenti insieme alle Rsu. Il piano individua ben 1.000 esuberi fra i dipendenti veneti del gruppo, giustificati, da parte della Safilo, alla luce delle difficoltà economiche e produttive dovute alla perdita, nel novembre 2011, della licenza del marchio Armani (acquistato dalla Luxottica, che inizierà a commercializzarlo dal 2013), che pesava per il 20% sul fatturato. I 1.000 tagli vanno ad aggiungersi ai 518 già dichiarati mesi fa per il sito produttivo di Tavagnacco (Udine) del gruppo.

I sindacati sostenevano che la colpa fosse da attribuire alle strategie aziendali e chiedevano, per questo, il blocco immediato della procedure di mobilità e un nuovo piano industriale e economico. Secondo la Cgil, il mancato rinnovo della licenza Armani sarebbe, infatti, semplicemente una scusa per delocalizzare una parte importante della produzione in Cina.

Sono circolate nei giorni scorsi alcune stime circa la ripartizione dei tagli che potrebbero abbattersi sui lavoratori veneti. Nello stabilimento di Longarone (Belluno) dovrebbe concentrarsi circa la metà dei licenziamenti (550 addetti dello stabilimento di Longarone, su un totale di 1.200 dipendenti), mentre in quello di Santa Maria di Sala nel Veneziano dovrebbero essere più o meno 350 gli esuberi (qui sono occupate 700 persone) e in quello di Padova 100 (su un totale di 800 dipendenti).
I settori a destare maggiore preoccupazione sono quelli del call center e del magazzino, ma nemmeno l’area commerciale dovrebbe uscire indenne dal taglio di personale.

Una ristrutturazione che potrebbe colpire gravemente il cuore dell’industria veneta, per questo immediato e totale è stato l’impegno, da parte delle istituzioni e delle parti sociali, affinché vi sia un ripensamento da parte dei vertici aziendali: “"Ho detto e confermo”, ha dichiarato in particolare il governatore del Veneto Luca Zaia, “Che vivo la sfida dei lavoratori della Safilo come una mia sfida personale”. La prima cosa che intendiamo attivare, ha sottolineato, “Sono gli ammortizzatori sociali, per rendere meno angoscioso per i lavoratori il prossimo periodo”. Obiettivo principale è, allor, quello di “Salvare i posti di lavoro e per raggiungerlo, lo assicuro, metteremo in campo tutte le nostre energie e il nostro impegno".

In calendario per l'azienda una serie di incontri con i sindacati: dpo l'assemblea di lunedì a Longarone e di martedì a Santa Maria di Sala, mercoledì è in programma un'assemblea a Padova.

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