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Cronaca

Presidi e volantinaggi: i metalmeccanici incrociano le braccia per quattro ore

La protesta è prevista il 20 aprile davanti a tutti gli stabilimenti della provincia e alla sede di Confindustria. Le manifestazioni saranno diffuse anche a livello regionale

Manifestazioni per le vie cittadine, presidi davanti alle sedi di Confindustria, nelle zone industriali e davanti ai singoli stabilimenti. Anche i metalmeccanici di Venezia e provincia faranno sentire la propria protesta in occasione dello sciopero di 4 ore proclamato da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil per il 20 aprile, a sostegno della vertenza contrattuale.

Saranno 4 le ore di sciopero, con presidi agli ingressi degli stabilimenti del Veneziano. Sono inoltre previsti volantinaggi nelle zone industriali della Riviera del Brenta e del Veneto Orientale, nello specifico a San Donà di Piave e Portogruaro. "Le assemblee svoltesi in questi giorni in centinaia di aziende - raccontano i segretari regionali di categoria - danno il polso di una situazione calda, che fa prevedere una forte adesione alla giornata di lotta cui nel Veneto sono interessati 240.000 lavoratori".

C’è molta determinazione tra operai, tecnici ed impiegati metalmeccanici a conquistare un buon contratto che garantisca il potere d’acquisto delle retribuzioni, estenda la contrattazione di secondo livello, porti al rilancio di investimenti e occupazione ed accresca le tutele per tutti i lavoratori. "La trattativa, a 6 mesi dal suo avvio e dopo 15 incontri, procede a rilento, mentre su alcune questioni, salario in testa, Federmeccanica ed Assital hanno presentato delle controproposte inaccettabili - riferiscono i sindacalisti - In particolare propongono un meccanismo che escluderebbe il 95% dei lavoratori dagli aumenti salariali contrattuali e negano il doppio livello di contrattazione contrapponendo il contratto nazionale alla contrattazione in azienda con l’obiettivo di cancellare i due livelli contrattuali. Inoltre vorrebbero escludere dai diritti i lavoratori degli appalti e le figure più precarie e pongono pesanti ipoteche sui permessi retribuiti che vorrebbero ridurre, in parte monetizzandoli ed in parte collegandoli alla effettiva presenza sul posto di lavoro".

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