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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Marghera

Il Cracking non riapre ad agosto, lavoratori in sciopero per due giorni

A Porto Marghera la situazione tra Eni e Versalis è ormai esplosiva: l'annuncio di riavvio sarebbe stato smentito e i sindacati protestano

L'impianto del Cracking del petrolchimico di Marghera non sembra destinato a riaprire a breve, nonostante le precedenti rassicurazioni a riguardo di Eni, infatti, il 18 agosto, data prevista per il riavvio, la centrale potrebbe continuare a lavorare a regime minimo, lasciando quindi “fermi ai box” i lavoratori veneziani che già da mesi si ritrovano incastrati nel meccanismo della cassa integrazione guadagni. L'inevitabile reazione delle sigle sindacali, che hanno proclamato diverse forme di protesta per contrastare le decisioni della società.

DAI LAVORATORI – Ad esprimere forti dubbi sul futuro dei dipendenti degli impianti sono appunto i sindacalisti Fiom, che in una nota stampa annunciano lo stato di agitazione: “Il coordinamento delle Rsu delle imprese di appalto esprime forte preoccupazione per le notizie di stampa sul mancato riavvio dell’impianto. Da mesi le attività di manutenzione all’interno della Versalis sono praticamente ridotte al minimo con effetti negativi sui lavoratori degli appalti e il ricorso alla cassa integrazione guadagni”.


TIMORI GIUSTIFICATI - “Il riavvio del Cracking e la realizzazione degli investimenti dichiarati da Eni in Versalis – spiegano da Fiom - sono importanti perché possono consentire la ripresa per i lavoratori chimici, degli appalti metalmeccanici ed edili di Porto Marghera già pesantemente colpiti dalla chiusure degli impianti e delle fabbriche degli anni scorsi.
 Attraverso gli investimenti per la riconversione dei cicli produttivi e dei prodotti si può pensare di dare continuità lavorativa per i diretti e per tutti i lavoratori degli appalti operanti nel settore chimico, ed è per questa ragione che vanno rapidamente portati a conclusione anche gli investimenti già avviati in raffineria per la completa trasformazione ecologica degli impianti di raffinazione.
 Diversamente – prosegue la nota stampa - si fa concreto il rischio che a pagare un prezzo altissimo siano i lavoratori in particolare quelli degli appalti che rischiano la cassa integrazione e il licenziamento”.

LE REAZIONI - Il sindacato propone quindi di muoversi in fretta: “Occorre aprire rapidamente un tavolo di confronto con la società Eni, con Confindustria, con gli enti locali, con il commissario del comune di Venezia, per discutere del futuro degli stabilimenti e del sistema delle manutenzioni chimiche e meccaniche di Porto Marghera, con l’obiettivo di dare continuità lavorativa a tutti i lavoratori compresi quelli delle imprese di appalto. 
Per queste ragioni la Fiom e il Coordinamento delle Rsu proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori degli appalti e si impegnano a promuovere tutte le iniziative necessarie a difendere l’occupazione in Raffineria, in Petrolchimico e nell’area industriale di Marghera”. Più dura invece la presa di posizione di Filctem Cgil, Uilcem e Femca Cisl, che hanno proclamato uno sciopero per il 7 e l'8 luglio: tutti i turnisti incroceranno le braccia dalle 6 alle 14 per manifestare tutto il loro dissenso.

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