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Cronaca

SCUOLE SPORCHE Genitori infuriati: "Tornerà l'emergenza"

Il Gruppo provinciale interistituti di Venezia scrive al ministro Giannini: "Lavoratrici in CIG e niente pulizia, andremo dal giudice amministrativo"

Continua la querelle riguardante le "scuole sporche" veneziane. Dopo l'accordo a livello nazionale stipulato il 28 marzo scorso (e recepito il 1 aprile a livello regionale), il Gruppo provinciale intercomitati e interistituti della provincia di Venezia ha preso carta e penna indirizzando una lettera al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini denunciando che "la vicenda ci sembra finita nel più incredibile e peggiore dei modi".

Nelle prime righe si esprime subito l'indignazione che i genitori degli studenti lagunari provano per una riorganizzazione che non metterebbe, secondo loro, l'accento sui problemi di igiene che a breve potrebbero tornare a fare capolino nei plessi scolastici veneziani. "I sessanta milioni indicati dall'accordo per i tre mesi di aprile, maggio e giugno non sono finalizzati a delle prestazioni lavorative necessarie alle scuole - spiegano - ma alla collocazione in cassa integrazione di ore di lavoro che sarebbero assolutamente funzionali ai bisogni scolastici. Inoltre, durante i due anni di cassa integrazione - si aggiunge nella missiva - le ore di ammortizzatori sociali saranno dirottate ad altro rispetto alla pulizia e alla vigilanza. Per fare "manutenzioni e abbellimenti", mentre gli ambienti dove i nostri bambini vivono fino a otto ore al giorno rimarranno sporchi e non adeguatamente sorvegliati".

Il comitato, poi, fa i conti in tasca al Governo, sottolineando come i tamponamenti ai disagi dovuti ai tagli della spending review avrebbero causato una spesa superiore rispetto agli anni precedenti: "Con i nuovi appalti il servizio si è dimezzato - scrivono - Da gennaio a giugno si sarebbero dovuti risparmiare circa 102 milioni di euro. Voi invece ne state spendendo ben 114,6, e senza aver risolto nulla per le scuole. State cioè spendendo 12,6 milioni di euro in più di quanto si sarebbe speso se non si fossero applicati i tagli della spending review". Alla fine, inoltre, la possibilità di ricorrere a vie giudiziarie sembra farsi sempre più nitida all'orizzonte: "Se l'inadeguatezza del servizio continuerà chiederemo anche il parere del giudice amministrativo", conclude il comitato.

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