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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Secessionisti: "Col Tanko in piazza e i cecchini sul tetto del Ducale"

Nuovi dettagli sul piano del blitz degli indipendentisti a San Marco. Venerdì interrogatori di garanzia. I "tanko" dovevano essere sei in origine

"E' arrivato il momento di combattere". Non usava giri di parole il bresciano Giancarlo Orini parlando al telefono. La "presa" di San Marco, infatti, da quanto scrive il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 24 secessionisti tra Lombardia e Veneto, non doveva essere un'azione pacifica. Anzi. Il piano originale prevedeva, come riportano anche i quotidiani locali, la costruzione di altri cinque carri armati. Da portare in qualche modo fino all'ombra della Basilica.

Ma l'obiettivo dei secessionisti, mentre alcuni di loro spiegano che tutto sarebbe stato ingigantito dagli inquirenti e che non c'era alcuna velleità eversiva, era anche la sede della Rai di palazzo Labia. Di più. Erano stati presi contatti, come in conferenza stampa è stato spiegato dalle forze dell'ordine, anche con la criminalità albanese per l'approvvigionamento di armi leggere. Durante il blitz, per la cui data si intendeva sfruttare il periodo della campagna elettorale per le Europee, ci sarebbero dovuti essere dei cecchini sul tetto di Palazzo Ducale. Per controllare dall'alto la piazza.

I carabinieri sono intervenuti adesso perché contatti e determinazioni si erano intensificati. Segno che l'ora dell'azione si sarebbe potuta avvicinare. Del resto il "tanko" era stato quasi ultimato. Si trovava nel capannone di Casale di Scodosia, nel Padovano. Con il cannoncino da un metro predisposto da un tornitore bresciano pronto per essere posizionato sulla pala meccanica blindata che avrebbe dovuto raggiungere San Marco nascosta da un telonato fino a piazzale Roma o il Tronchetto. Ma un piano preciso per arrivare nel bel mezzo della laguna con un mezzo cingolato ancora non c'era. Venerdì giornata di interrogatori di garanzia per gli arrestati, i quali dovrebbero dichiararsi "prigionieri politici".

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