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Cronaca San Donà di Piave

Secondo focolaio di aviaria nel Veneziano: "Capi abbattuti, nessun pericolo per l'uomo"

L'Ulss 4 ha specificato che si tratta di due allevamenti rurali, gestiti da privati. Sono 9 in tutto i casi accertati tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna

Dopo il primo focolaio di influenza aviaria manifestatosi in questi giorni in un allevamento di San Donà, un secondo caso è stato diagnosticato dal laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Si tratta di due piccoli allevamenti rurali a carattere familiare, entrambi nello stesso Comune, consistenti in una ventina di capi avicoli complessivi.

I Servizi veterinari del Dipartimento di Prevenzione sono prontamente intervenuti applicando ogni misura cautelare utile ad impedire l’eventuale trasmissione della malattia tra volatili. Entrambi i focolai sono stati rapidamente contenuti attraverso l’abbattimento di tutti i capi sensibili presenti.

Come di routine il personale dei Servizi veterinari prosegue nelle attività di monitoraggio negli allevamenti industriali presenti nel territorio di competenza e, dopo i casi riscontrati, sono stati assunti provvedimenti per limitare la circolazione di animali delle specie avicole nella zona di protezione (un raggio di 3 chilometri dal focolaio) e nella zona di sorveglianza (un raggio di 10 chilometri dal focolaio).

Con questi due episodi accertati, i casi di influenza aviaria tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, salgono a nove. Il contagio avvenuto nei due casi riscontrati in questo territorio è derivato con ogni probabilità dalla trasmissione del virus trasmessa da animali selvatici. "Si coglie l'occasione per ricordare agli allevatori di avicoli a carattere familiare - puntualizza il direttore del servizio veterinario, Rodolfo Viola - di tenere gli animali al chiuso e di somministrare loro acqua e alimento sempre in zone non accessibili a volatili selvatici. Si ricorda infine che al momento non è stata dimostrata alcuna connessione tra virus il virus H5N8, responsabile dell'influenza aviaria, e quelli umani, pertanto la popolazione può star tranquilla: non vi è pericolo di contagio".
 

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