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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Musile di Piave

Antonio Ascione condannato a vent'anni di carcere: "Pena inadeguata"

L'accusa aveva chiesto l'ergastolo. Giovedì pomeriggio la sentenza con il rito abbreviato. Amareggiato il legale di parte civile, che assiste i familiari della vittima

Il pubblico ministero Raffaele Incardona aveva chiesto la condanna all'ergastolo. Il massimo della pena. Giovedì pomeriggio il giudice Massimo Vicinanza ha condannato Antonio Ascione a vent'anni di reclusione con il rito abbreviato. Ascione, pizzaiolo napoletano di 45 anni, il 23 luglio 2017 uccise la ex moglie Maria Archetta Mennella, detta Mariarca, con cinque coltellate nella sua abitazione a Musile di Piave. 

Ascione, assistito dall’avvocato Giorgio Pietramala, era accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, futili motivi, vincolo di parentela e minorata difesa, oltre che di minacce. Il giudice non ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. «Una pena inadeguata – commenta l’avvocato di parte civile Alberto Berardi che, in collaborazione con Studio 3A, assiste i familiari di Mariarca Mennella -. Sono perplesso sull’esclusione dell’aggravante della premeditazione perché il fascicolo evidenziava molteplici elementi capaci di provarla». Il legale si dice «amareggiato della quantificazione della pena perché effetto legittimo del meccanismo processuale che è il rito abbreviato».

Il giudice ha stabilito, inoltre, una provvisionale di 50mila euro per ciascuno dei due figli della coppia, oltre a 30mila euro per la mamma della vittima e 20mila per ciascuno dei cinque tra fratelli e sorelle della vittima.

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