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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cavallino-Treporti

La causa più vecchia d'Italia a sentenza: sui confini del Cavallino perde il Demanio

Dopo una mareggiata del 1966 i confini del litorale vennero rimodulati. I privati solo dopo quasi 45 anni sono riusciti a dimostrare che alcune zone non erano del Demanio marittimo

Si trattava della causa più antica d'Italia. Ora, dopo quasi 45 anni, si è giunti alla sentenza d'appello. Il match giudiziario era partito nel 1973 con un atto di citazione contro lo Stato per invalidare la delimitazione del litorale di Cavallino-Treporti che la capitaneria di porto di Venezia aveva messo nero su bianco dopo gli eventi meteo eccezionali del 1966. Un'ampia mareggiata aveva colpito le spiagge e le acque invasero gli orti retrostanti, ancora oggi caratteristica peculiare dell'area.

Sentenza di primo grado ribaltata

Ci sono voluti 9 lustri affinché si arrivasse al pronunciamento della Corte d'Appello, che ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha riconosciuto che l'alluvione del 1966, pur avendo alterato lo stato dei luoghi, non aveva determinato, né dal punto di vista morfologico, né dal punto di vista funzionale, una modifica tale da far appartenere i beni privati al Demanio marittimo, in quanto sottratti alle mareggiate e agli usi pubblici del mare. Nel frattempo lo status quo si era ulteriormente modificato, tanto che in alcuni tratti l'arenile era stato allargato di un centinaio di metri. All'epoca alcuni privati erano insorti sostenendo che il muraglione di protezione idraulica, costruito dall'allora Consorzio di bonifica del Basso Piave, non poteva essere demaniale e i terreni di proprietà privata.

I privati persero nel 1992, poi ricorso in appello

Il Tribunale di Venezia, con una decisione del 1992, condannò i privati e riconobbe l'appartenenza del tratto di litorale, a valle del muraglione, al Demanio Marittimo. Il testimone di questo contenzioso è passato in mano a quei professionisti che nel 1992 impugnarono la decisione del Tribunale, tra cui l'ex sindaco di Venezia e avvocato, Giorgio Orsoni. 

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