Partite Iva fasulle e etichette poco chiare, sequestro da 110mila euro
Secondo la Finanza non era possibile stabilire produttore e importatore. Requisiti 5mila vestiti e prodotti da un emporio cinese di Mirano
Le etichette avevano partite Iva inventate, che non corrispondevano ad alcuna società importatrice o produttrice. Di più: alcuni prodotti in vendita non informavano sulla loro composizione, con la possibilità che alcune sostanze fossero presenti in quantità dannose per l'uomo. Per questo motivo è scattato venerdì mattina un sequestro degli uomini della guardia di finanza di Mirano e degli ispettori della Camera di commercio di Venezia. La merce è stata requisita in un centro commerciale del paese veneziano, situato in via Cavin di Sala, gestito da una imprenditrice di nazionalità cinese. A essere tolti dal mercato soprattutto capi d'abbigliamento, ma anche prodotti per la cucina.
Una operazione ingente, visto che a essere sequestrati sono stati circa 5mila prodotti per un valore di oltre 110mila euro. Un danno economico pesante per l'attività, che comunque non ha chiuso i battenti visto che altra merce era stata importata regolarmente e recava sulle etichette tutte le informazioni previste dalla legge. Per il resto dei capi era impossibile invece far luce su filiera e provenienza. "Violazioni delle norme sulla corretta etichettatura sono state inoltre riscontrate su alcune borse e persino su utensili da cucina", dichiara la Finanza. Gli accertamenti delle fiamme gialle continueranno per individuare fatture di acquisto ed eventuali altre violazioni dal punto di vista fiscale.