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Cronaca Spinea

Marijuana in quantità industriali, sequestrate 4 serre. Due arresti

Fermati un 38enne e un 30enne italiani tra Spinea e Rosolina (Rovigo). Coltivavano centinaia di piante in ambienti perfettamente attrezzati

Centinaia di piante di marijuana, coltivate con la massima cura e con tutte le attrezzature e le tecnologie per la miglior resa: la compagnia dei carabinieri di Mestre ha scovato delle vere e proprie serre, frutto di un'attività gestita a livello industriale e finalizzata alla vendita e all'immissione sul mercato di stupefacenti a Mestre e nel Rodigino. Due le persone arrestate dai carabinieri del nucleo operativo, entrambe italiane: si tratta di D.T.P., 30enne di Rosolina (Rovigo), disoccupato e incensurato, e M.B., 38enne pregiudicato e domiciliato a Spinea. Sono ritenuti responsabili del reato di produzione, coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Il primo blitz venerdì notte a Spinea, dove il 38enne si trovava già agli arresti domiciliari per reati analoghi e dove i carabinieri, nel corso degli appostamenti, avevano notato le frequenti e sospette "visite" di un altro personaggio: così è scattata la perquisizione, grazie alla quale in una stanza-sgabuzzino è stata trovata una vera e propria serra. Detro c'erano dodici piante di marijuana alte tra i cinquanta e i settanta centimetri, con tutto il kit per la coltivazione fatto di concimi, terriccio e argilla, acceleranti chimici, lampade alogene, condizionatori e ventole. Non solo: nascosti nella parte interna di un lavabo e sotto una finta piastrella del pavimento, sono stati trovati anche dei "libri contabili", grazie a cui è stato possibile risalire al "socio" del pregiudicato.

Così i carabinieri sono arrivati lunedì all'abitazione dell'incensurato di Rosolina, 30enne disoccupato, che all'interno della propria abitazione e nell'annessa azienda agricola di famiglia aveva messo in piedi una produzione ancora più estesa di quella del collega di Spinea: almeno quattro serre e una struttura altamente organizzata, sebbene artigianale, che il 30enne ha spiegato di avere costruito raccogliendo informazioni su riviste specializzate e sul web. L'uomo si era fatto arrivare riviste e sementi ordinandole via internet attraverso un software apposito che permette agli ordinanti di non essere tracciati. Una parte delle coltivazioni era praticata all'interno di un capanno per attrezzi da cento metri quadrati. Le serre erano perfettamente occultate a eventuali occhi (e nasi) indiscreti, anche perché dotate di un impianto di aspirazione e ricircolo dell'aria, che impediva il diffondersi dell'inconfondibile aroma all'esterno; inoltre erano stati apposti teli oscuranti e pannelli di polistirolo agli infissi, per evitare che si avvertissero rumori sospetti all'esterno. I coltivatori provvedevano anche all'essiccazione della droga, sempre con attrezzatura apposita. L'ipotesi è che il 30enne di Rosolina, la cui attività di spaccio si concentrava su Chioggia e Rovigo, rifornisse il pregiudicato di Spinea, che invece "lavorava" in zona Mestre: possibile inoltre che i due stessero pensando di allargare la propria attività con l'avvio di una nuova serra.

Serre di marijuana sequestrate a Spinea e Rosolina

Le serre, riferiscono i militari, erano "interamente adibite allo scopo di coltivare in maniera intensiva e professionale" un centinaio di piante di marijuana, che al momento del sequestro erano di altezza variabile tra i 60 centimetri e un metro e 70. Tutte collegate in serie con impianto idroponico e ventilate da impianti interamente artigianali di ventole e lampade alogene in ambienti isolati e climatizzati, dotati di temporizzatori e costosi trasformatori di corrente (ne sono stati sequestrati 51 pezzi, da 250-300 euro l'uno). Il valore complessivo dell'attrezzatura rinvenuta è di circa 25mila euro. Lo stupefacente già pronto per la vendita, oltretutto, è apparso di ottima qualità agli occhi dei militari, e sul mercato avrebbe potuto fruttare circa 6mila euro. Sequestrati inoltre 1.350 euro in contanti, le riviste specializzate, un machete e una pistola "Smith&Wesson" calibro 45, regolarmente detenuta dal 30enne a cui però ora è stato revocato il porto d'armi.

“Gli arresti messi a segno ieri e stamattina da una parte rassicurano, perché reti di trafficanti di morte sono state finalmente sgominate. Dall’altra parte però portano alla luce ancora una volta quello che è ormai un vero e proprio allarme sociale, cioè lo spaccio di stupefacenti in zone “insospettabili” come centri commerciali frequentati anche da famiglie. Ringrazio carabinieri e polizia per questo loro impegno, portato avanti nonostante la carenza di uomini e mezzi, e all’interno di leggi che spesso non aiutano ad assicurare definitivamente alla Giustizia i trafficanti di droga”. Con queste parole il presidente del Veneto Luca Zaia si complimenta con gli uomini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Padova, con la Compagnia di Mestre, la tenenza di Mira, e con la polizia di Padova per le diverse operazioni che tra ieri e stamattina hanno portato alla luce altrettante reti criminali operanti in tutto il Veneto nel mondo dello spaccio di droga. “Che lo stupefacente fosse ceduto da questi spacciatori a ragazzi nelle aree verdi di un palasport, in parcheggi di noti centri commerciali e sulle mura di Padova, in pieno centro storico, è ancora più allarmante – dichiara il titolare di palazzo Balbi -. Nel ringraziare le forze dell’ordine per le loro indagini, rese più complesse dal sistema di ‘vedette’ e ‘galoppini’ di cui questi criminali si servivano e si servono, lancio un appello alle famiglie degli adolescenti, i primi ad essere nel mirino di questi criminali, o già caduti nelle reti dello spaccio: vigilate sui vostri figli, fate attenzione ad ogni segnale di disagio che potrebbe trasformarli in vittime dei trafficanti di morte che rovinano la loro e la vostra vita. Le strutture sanitarie e sociali della Regione Veneto sono sempre aperte per dare risposte al bisogno di sicurezza e di tutela dei giovani espresso dai genitori, preoccupati di come i loro ragazzi possano essere coinvolti in una spirale perversa che stronca tante giovani vite”.

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