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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Portogruaro

L'Ulss 10 utilizza una terapia di stimolazione del cervello mediante micro-corrente

Alle manifestazioni celebranti il cervello ha partecipato anche l'unità di Neurologia dell'Ulss10 impegnata da anni nella cura delle malattie cerebrovascolari

Da anni l’unità di Neurologia dell’Ulss10 è impegnata nella cura delle malattie cerebrovascolari. Dal 1999 infatti, è dotata di un’unità specifica per la cura semi-intensiva dell’ictus, nota come Stroke Unit. "Il motto di questa edizione della settimana internazionale del cervello è “Il tempo è cervello” - spiega il direttore della Neurologia, il dottor Sebastiano D’Anna - . Ciò vale non solo per l’urgenza ma anche per la diagnosi precoce delle malattie neurologiche vascolari, infiammatorie e degenerative. La rapidità e l’accuratezza della diagnosi è essenziale per annullare o ridurre i danni che condizionano la vita del paziente e dei propri familiari".

In presenza di patologie neurologiche è quindi importante iniziare da subito le terapie appropriate per cercare di modificare la storia naturale della malattia, come ad esempio nell’ictus cerebrale, nella sclerosi multipla e nella malattia di Parkinson. La Neurologia-Stroke Unit dell’Ulss10 nell’ultimo anno ha rivolto l’attenzione non solo alle terapie per il trattamento dell’ictus ma anche verso forme di terapie innovative per i pazienti affetti da Alzheimer in fase iniziale.

Una di queste è in particolare il trattamento mediante “tDCS”, acronimo di “transcranial Direct Current Stimolation”. Si tratta di una tecnica di neuro-modulazione che serve a stimolare il cervello e che si è dimostrata efficace per contrastare l’invecchiamento cerebrale. “La stimolazione avviene mediante micro correnti in aree specifiche del cervello – puntualizza il dottor D’Anna – ed è affiancata a tecniche di stimolazione cognitiva come l’esercizio delle abilità residue, e ad attività fisica aerobica e termale. L’associazione di tali processi si è dimostrata un’ottima azione per rallentare il progredire ineluttabile della malattia. Nei nostri ambulatori, in collaborazione con la psicologa e ricercatrice Giulia Galli, e la psicologa Erika Momesso, si è iniziato a trattare pazienti con questa metodica e i risultati preliminari lasciano ben sperare per il futuro”.

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