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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Cocaina a fiumi dall'Olanda e una marea di furti nel Nord, sgominata banda albanese

I carabinieri del nucleo investigativo sono stati alle costole dell'organizzazione criminale albanese dal 2014. Arrestati in 15, 8 le denunce. Scoperti due compro oro mestrini infedeli

Un'organizzazione criminale albanese dedita a furti e traffico di cocaina nel nord Italia e in Germania: i carabinieri sono stati impegnati all'alba di martedì in un blitz che ha coinvolto varie province e a cui hanno partecipato 150 uomini, 50 automezzi, un elicottero (segnalato alle 5 di mattina in cielo a Mestre) e varie unità cinofile antidroga. L'operazione ha interessato il Veneziano, il Padovano, il Trevigiano, il Veronese e il Torinese. Una raffica di arresti che hanno costituito un colpo pesante nei confronti di una banda strutturata e organizzata. Avevano iniziato con i furti in abitazione, per poi specializzarsi soprattutto in traffico di cocaina. Importata dall'Olanda.

A partire dal 2014 sono almeno una ventina i furti di cui la banda è ritenuta responsabile (ma si sta indagando su altrettanti episodi), mentre sono sette gli arresti in flagranza operati nelle varie fasi precedenti al blitz. Altri nove quelli scattati all'alba di martedì. I componenti veneziani del gruppo gravitavano tra Marghera, Salzano, Zianigo di Mirano e Venezia. Il sodalizio era ben strutturato, ogni componente aveva il proprio ruolo nell'esecuzione dei colpi: i banditi selezionavano con attenzione gli obiettivi, effettuavano sopralluoghi, portavano a termine i furti e infine si spartivano il bottino. È stato scoperto inoltre uno dei canali di ricettazione attraverso cui i malviventi smerciavano parte della refurtiva, ovvero due attività "compro oro" in zona Mestre. Ben più redditizio, però, era il traffico di droga: in tutto i carabinieri hanno sequestrato quasi dieci chili di cocaina.

L'inchiesta inizia il 12 febbraio 2014, quando il nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Venezia individua, tramite il monitoraggio di alcuni personaggi sospetti, i primi compenenti di quella che poi si sarebbe rivelata un'organizzazione più complessa del previsto. Durante un colpo in abitazione a Noventa di Piave, infatti, uno dei leader del gruppo nella fuga salta una recinzione di un giardino. Non si accorge però che davanti a lui c'è un salto di circa tre metri. Impossibile non riportare traumi. Per questo subito i militari hanno iniziato a raccogliere informazioni su chi avesse raggiunto i pronto soccorso della zona. Effettivamente salta fuori che un cittadino albanese aveva raggiunto l'ospedale Ca' Foncello di Treviso per la frattura di entrambi i talloni. Traumi che determinarono una prognosi di 90 giorni e che ancora adesso causano problemi all'arrestato. I carabinieri fanno due più due e iniziano a far luce sui contatti di questa persona. Sopralluoghi e pedinamenti permettono di acquisire i primi elementi, dopodiché scattano anche le intercettazioni telefoniche. E il quadro si fa sempre più chiaro.

Il 2 dicembre 2014, finiscono in arresto in flagranza di reato E.K., K.P. e H.K., responsabili di un furto in un'abitazione di Villorba (Treviso). Le indagini proseguono e consentono di documentare il progressivo passaggio dei malviventi dai reati predatori a quelli di spaccio, canale attraverso cui i criminali reinvestono i soldi provenienti dai furti.. L'importazione della cocaina avviene tra l'altro da Olanda e Germania, paesi in cui la banda non manca di unire il nuovo "business" ai reati "tradizionali", mettendo a segno diversi furti in abitazione. Il 25 ottobre 2014 i carabinieri di Venezia danno un contributo fondamentale alla polizia tedesca per arrivare all'arresto di uno degli indagati, A.G.: quest'ultimo muore pochi mesi dopo, nel gennaio del 2015, investito in autostrada mentre tentava di scappare a piedi dalla polizia teutonica dopo l'ennesimo furto in abitazione vicino a Colonia.

Un altro arresto avviene il 27 febbraio 2015, quando a San Biagio di Callalta (Treviso) viene colta in flagrante Z.V., trovata in possesso di due chili di cocaina e una pistola semiautomatica rubata a Novara, una Tanfoglio. Aveva nascosto lo stupefacente nel cestello della lavatrice. Per gli stessi fatti viene applicato il fermo di indiziato di delitto nei confronti di F.M. e Q.A., fermati all'aeroporto Marco Polo mentre cercavano di fuggire dall'Italia con 20mila euro in contanti. Il 14 aprile 2015 finisce invece in arresto a Marghera Z.M., trovato in possesso di quasi sette chili di cocaina: in auto con lui c'è A.M., che ha addosso 5mila euro in contanti. Viene denunciato a piede libero. Il 17 aprile le manette scattano per F.S., rintracciato e catturato a Spinea per reati di spaccio. Altre otto denunce sono toccate ad altrettante persone collegate a vario titolo al sodalizio criminale: tra questi, per ricettazione, i titolari dei due compro oro infedeli. Le donne arrestate del gruppo avevano il compito di custodire la cocaina, le due denunciate, invece, di raccogliere i monili in oro trafugati nelle abitazioni (obiettivo privilegiato del gruppo) e monetizzare il tutto. Gli arrestati devono rispondere di associazione per delinquere dedita a furti e rapine e traffico internazionale di stupefacenti. Al termine delle operazioni sono state sequestrate anche due pistole: quella di San Biagio di Callalta e un'arma Tokarev con munizioni di calibro 7.62, rinvenuta durante la raffica di arresti all'alba.

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