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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tessera / Viale Galileo Galilei, 30/1

Sospetto simpatizzante dell'Isis espulso appena arrivato all'aeroporto di Venezia

Il 30enne, commerciante bengalese di Grado, venne già bloccato e denunciato a gennaio nello scalo lagunare. Ora la decisione del ministero dell'Interno: "E' un potenziale pericolo"

Un bengalese 30enne residente a Grado, M.H. le sue iniziali, presunto simpatizzante dell’Is, è stato espulso dall’Italia con decreto firmato dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: secondo il Viminale, la sua presenza in territorio nazionale "costituisce minaccia per la sicurezza dello Stato". Il decreto di espulsione è stato notificato all’uomo dal personale dell’ufficio immigrazione della questura di Gorizia nell’aeroporto Marco Polo di Venezia, dove il bengalese era appena rientrato con un volo proveniente da Dacca via Istanbul. Il decreto prevede anche il divieto di ritorno in Italia per un periodo di 15 anni.

Il bengalese, titolare a Grado di un’attività commerciale di vendita al dettaglio di chincaglieria e bigiotteria, ha sempre mantenuto contatti esclusivamente con i propri connazionali e non frequentava sale di preghiera. L’attività di monitoraggio, effettuata nei suoi confronti dalla Digos goriziana dall’ottobre scorso, ha fatto emergere le sue manifestazioni di adesione all’autoproclamato Stato islamico, anche attraverso il web con azioni di proselitismo e propaganda.

Il commerciante era stato fermato a fine gennaio  sempre all'aeroporto di Venezia. Il sospetto è che si tratti di una sorta di "youtuber" votato alla causa del fondamentalismo islamico. Il suo materiale diffuso sarebbe soprattutto in formato video. L'uomo è stato intercettato tre settimane fa all'aeroporto Marco Polo di Tessera, da dove avrebbe dovuto prendere l'aereo per Dakka. Lui, segnalato a ottobre come persona potenzialmente pericolosa, è stato fermato al momento del controllo dei documenti e poi accompagnato negli uffici di polizia per la perquisizione, senza mai opporre resistenza. Gli agenti gli avrebbero sequestrato due hard disk e altro materiale informatico. Il 30enne era stato indagato a piede libero per istigazione all’associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.

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