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Cronaca Campolongo Maggiore

Giovane pusher veneziano da due anni riforniva di droga gli adolescenti del Piovese

In manette altri due compari. A seguito di indagine, i carabinieri di Piove di Sacco hanno disarticolato l'irriducibile trio. Il giudice ha disposto per loro la custodia in carcere

Una banda di tre giovani spacciatori che da tempo imperversava nel Piovese è stata arrestata, a seguito di indagine, lunedì mattina. I carabinieri della stazione di Piove di Sacco hanno disarticolato l'irriducibile terzetto di italiani del posto che, da ormai due anni, era il punto di riferimento dello smercio di droghe per gli adolescenti del territorio. I tre sono stati arrestati in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Lara Fortuna su richiesta del pm titolare delle indagini Maria Ignazia D'Arpa.

GLI ARRESTATI. Il trio era composto da due fratelli residenti nella frazione di Sampieri, a Piove, A.L., 30enne, e M.L., 28enne, più un 20enne veneziano di Campolongo Maggiore, N.S. le sue iniziali. L'accusa è di detenzione, cessione e vendita di sostanze stupefacenti, aggravati, continuati e in concorso, consumati dal 2014 ad oggi, per la maggior parte nel centro di Piove e, misura minore, nella frazione di Corte. I due fratelli sono stati portati nella casa circondariale di Padova, mentre il terzo "socio" in quella di Venezia, tutti a disposizione dell’autorità giudiziaria.

I LUOGHI DELLO SPACCIO. Tra i luoghi maggiormente usati dai 3 indagati per smerciare le droghe risultavano la stazione delle corriere di viale Europa, il parcheggio di piazza Carlo Rosso, la zona di via Valerio, le aree in prossimità del centro commerciale “Piazza Grande”, nonché, per quanto riguarda la frazione di Corte, la fermata degli autobus e il cimitero. Da alcune testimonianze era emerso inoltre che gli indagati offrivano droga posizionandosi di fronte al plesso scolastico di via Parini, all’uscita degli alunni dopo le lezioni. 

A CASA SPINELLI GRATIS E DROGA NEL FRIGO. Talvolta, il terzetto smerciava stupefacenti anche nell’abitazione dei due fratelli, dove agli adolescenti venivano fatti trovare, su un tavolino dell’ingresso, spinelli già pronti all’uso, che potevano essere consumati gratuitamente per ingannare l’attesa dei tempi d’acquisto delle varie sostanze. Le droghe venivano appunto frazionate, tagliate e confezionate proprio nella casa dei due fratelli, che avevano l'accortezza di riservare un reparto del frigorifero per la conservazione delle sostanze sintetiche.

AMPIA GAMMA DI STUPEFACENTI. Le indagini sono iniziate a marzo quando, in un servizio antidroga, i militari dell'Arma hanno trovato il minore dei due fratelli con una modica quantità di stupefacenti e il veneziano con un flacone di metadone. Da qui è partita una specifica attività di monitoraggio dei due pusher, con ripetuti pedinamenti e servizi di osservazione nei luoghi di abituale ritrovo dei giovanissimi. È così che è emersa una realtà grave e inquietante, che vedeva protagonisti i primi due, più il fratello maggiore del padovano, peraltro già arrestato dagli stessi militari della stazione di Piove a marzo dell'anno scorso per coltivazione di 16 piante di marijuana in casa. I tre erano in grado di fornire una variegata tipologia di stupefacenti: anfetamine, Mdma, Lsd, ketamina, eroina, hashish e marijuana, che venivano vendute a prezzi concorrenziali, a seconda dei quantitativi che venivano acquistati.

ALLARME SOCIALE IN PAESE. Accertati gli spostamenti degli spacciatori e le loro frequentazioni, sono stati convocati a campione, negli uffici della stazione di Piove, una cinquantina di ragazzi, molti dei quali studenti minorenni accompagnati dai genitori. Almeno una trentina di loro, di fronte all’evidenza, hanno ammesso di aver acquistato droghe di varia natura e in numerose circostanze dai tre indagati. Enorme l'allarme sociale che l'attività dei tre - a cui ha messo fine l'indagine dell'Arma - aveva innescato nel Piovese. I genitori, preoccupati, più volte erano tornati in caserma per assicurarsi che gli spacciatori venissero assicurati alla giustizia in quanto temevano per la sicurezza e salute dei propri figli.

LO SBALLO CON POCHI EURO. Come documentato dalle indagini dei carabinieri, con collette da 2-3 euro a testa, i giovanissimi acquirenti, dapprima invogliati ad "assaggiare" la droga gratuitamente, si "compravano lo sballo" per pochi spiccioli, che poi consumavano il sabato sera, in feste private o in rave party. Il maggiore dei fratelli e il veneziano risultavano infatti già noti alle forze dell'ordine in quanto coinvolti nei rave tenutisi al bar Orange della frazione di Tognana, locale a cui era stata per questo sospesa la licenza per due settimane.

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