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Cronaca Castello / Sestiere Castello, 1476

Sparatoria in un bar di via Garibaldi a Venezia, fermato gondoliere

Un malintenzionato alle 13 è entrato nel locale e ha subito esploso due colpi di pistola. Uno è andato a vuoto, l'altro ha colpito un dipendente

Sparatoria in un bar di via Garibaldi a Castello. Niente rapina, si tratterebbe di un regolamento di conti. Gondoliere contro barista, volano le pallottole al culmine di un litigio iniziato la mattina. Poco prima delle 13 un malintenzionato con il volto coperto da una pashmina e un cappello panama è entrato nel locale con una pistola in mano e subito si è diretto verso il bancone. Nel pomeriggio, a poche ore dall'aggressione, un 34enne veneziano è stato bloccato dopo alcune ore dall'aggressione e portato in questura. Si tratta del gondoliere. La sua posizione è rimasta al vaglio degli inquirenti per tutto il tardo pomeriggio, i quali intendevano far luce sia sulle cause dell'agguato, sia eventualmente con che accusa (nel caso si fosse arrivati a un arresto) indagare il veneziano. La discriminante principale, infatti, è se quest'ultimo abbia sparato per uccidere o meno. Alla fine il 34enne, bloccato dagli agenti della squadra mobile e delle volanti, è stato sottoposto a fermo per tentato omicidio volontario aggravato, in attesa della convalida dell'arresto.

Dalle indagini è emerso che è stato un agguato derivato da futili motivi. Difatti la polizia ha scoperto che intorno alle 10 un uomo, alquanto alticcio, era entrato nel bar ordinando uno spritz rovesciandolo poco dopo sul bancone. Il barista aveva ripreso l'avventore che ha reagito prosperando minacce generiche. Un paio d'ore dopo, il ritorno armato dell'uomo. La squadra mobile, venuta a conoscenza del diverbio, ha dato un'identità all'avventore e lo ha atteso nei pressi della sua abitazione, fermandolo appena aveva attraccato con il suo barchino. Il gondoliere, già noto alle forze dell'ordine per reati contro la persona e il patrimonio, indossava ancora gli abiti che erano stati descritti da vari testimoni.

Urla tra i presenti, alcuni avrebbero anche avuto dei mancamenti nel momento in cui si sono visti davanti agli occhi la scena. Il delinquente, senza proferire parola, avrebbe quindi steso il braccio e sparato due colpi con una semiautomatica. Il primo sarebbe andato a vuoto, sparato in aria, il secondo avrebbe ferito un dipendente del bar, un trentenne egiziano. Il proiettile avrebbe colpito di striscio il malcapitato allo zigomo. Le pallottole sarebbero partite al culmine di un litigio che si trascinava da qualche tempo. Futili motivi, che sono bastati però per seminare il panico in centro storico.

Non ci sarebbe stato alcun tentativo di impossessarsi di soldi o altro, ma le indagini sono solo all'inizio. Dopodiché l'uomo come è entrato è anche uscito a piedi dal locale, facendo perdere le sue tracce. Sul posto le volanti della questura, la polizia scientifica, gli uomini della squadra mobile e i sanitari del Suem che hanno soccorso il ferito, non è chiaro se a causa di una pallottola o di alcuni cocci di vetro nel momento in cui si è gettato a terra. Non sarebbe comunque in pericolo di vita.

Al momento del fatto nel bar c'erano il titolare e una cameriera, entrambi portati ora in questura a Venezia assieme ad un altro testimone che ha indicato alla polizia la via di fuga dell'attentatore. La squadra mobile sta scavando nella vita dell'immigrato, incensurato e ben inserito nel contesto sociale della città, per dare una risposta ad un agguato che ha destato clamore nel capoluogo lagunare. Gli agenti stanno, tra l'altro, cercando se, nella via di fuga, e nella zona ci siano telecamere che possano aver registrato il feritore, alto circa un metro e 70 e con addosso un giubbotto di color verde scuro. Secondo una prima ricostruzione della Polizia, l'uomo è entrato e, senza profferire una parola, ha sparato in sequenza due colpi contro il barista che stava dietro al bancone. Il primo colpo è andato a vuoto e il proiettile si è conficcato nella parte alta della parete, il secondo invece ha colpito l' egiziano che non ha fatto in tempo a schivarlo mentre si gettava a terra.

Il bar "Collo di Modì" si trova all'inizio di via Garibaldi, dalla parte di riva degli Schiavoni. Si tratta di un locale frequentato dai veneziani soprattutto per il caffé di prima mattina. Il titolare è un egiziano. "Gente che non ha mai dato problemi", sottolineano dei residenti. A due passi la Coop, dove non si parlava d'altro. Di certo il delinquente ha scelto un momento molto "trafficato" per entrare in azione. Già si rincorrono però le voci di altri che parlano di una "situazione invivibile già da diverso tempo". Ora naturalmente il locale è off limits: all'interno gli investigatori stanno cercando di ricostruire l'accaduto.

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