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Cronaca

Spiagge sostenibili, recinzioni e 150mila piante contro l'erosione delle dune del litorale

Sono le azioni concrete che università, istituzioni e operatori specializzati metteranno in campo. "Un sistema dunale efficiente protegge dall'innalzamento del mare, da alluvioni e mareggiate"


Passerelle, recinzioni e 150mila piante per far rivivere la barriera naturale che protegge l’entroterra costiero: è il progetto spiagge sostenibili per far rivivere le dune del litorale veneto. Le azioni messe in campo da università, istituzioni e operatori specializzati hanno l’obiettivo di salvare la biodiversità del sistema dunale tra Cavallino, Eraclea e Caorle. Significa infatti proteggere il retroterra dalle mareggiate e frenare l’erosione costiera, ponendo rimedio ai danni provocati dalla pressione turistica, in particolare dalle ‘ferite’ aperte sulle dune di sabbia dal frequente passaggio dei bagnanti diretti alle spiagge.

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Il recupero di vegetazione e dune sarà realizzato in quattro anni e mezzo di lavoro previsti dal progetto europeo da 2 milioni di euro 'Redune' guidato dall’Università Ca’ Foscari Venezia e cofinanziato al 60% dal programma Life Natura della Commissione Europea. La Regione del Veneto è partner e cofinanziatore con la struttura di progetto strategia regionale della Biodiversità e dei Parchi. Gli altri partner sono l’Agenzia veneta per l’innavazione nel settore primario (Veneto Agricultura), European Project Consulting e la cooperativa Selc.
 
I comuni di Cavallino-Treporti, Jesolo, Eraclea, Caorle e San Michele al Tagliamento supportano il progetto. Inoltre, scienziati ed esperti avranno la collaborazione di consorzi turistici e stabilimenti balneari. "Recupereremo cinque habitat preziosi per il funzionamento del sistema delle dune, autentica barriera naturale tra il mare e l’entroterra – spiega Gabriella Buffa, professoressa di Botanica a Ca’ Foscari e coordinatrice scientifica del progetto – inoltre, grazie alle infrastrutture ma anche al dialogo con istituzioni e turisti, faremo capire a tutti l’importanza di questi ecosistemi costieri e limiteremo l’impatto negativo dell’uomo. Un sistema dunale efficiente ci protegge dall’innalzamento del mare, da alluvioni e mareggiate".
 
Il sistema funziona se la vegetazione che ricopre le dune non è ‘tagliata’ da sentieri. Percorrendoli, infatti, l’acqua può erodere la barriera e superarla. Ecco perché il progetto punta a rammendare il cordone dunale riportando le piante che poco alla volta accumulano la sabbia e costruiscono le dune. Tre gli habitat prioritari che saranno rinaturalizzati: le dune ‘grigie’ (presenti in Italia solo lungo il settore costiero nord-adriatico e dimora delle poche popolazioni rimaste al mondo di Stipa veneta), le pinete e le comunità a ginepro.
 
La gestione sostenibile del litorale sarà garantita anche dopo la conclusione del progetto grazie a un regolamento che sarà elaborato con un percorso partecipato e approvato dalla giunta regionale. Alcuni bagni hanno già aderito e testeranno le indicazioni degli esperti già a partire da questa stagione turistica.

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