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Cronaca Santa Croce / Santa Croce, 324

"Pochi spazi e poca luce", lo Spisal in sopralluogo al carcere di Venezia

I tecnici dell'Ulss 12 hanno analizzato le condizioni di reclusione dei detenuti. Produrranno una relazione su cui si baserà il Tribunale

Sopralluogo dei tecnici dello Spisal lunedì mattina al carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Motivo? Capire se effettivamente la luce che raggiunge le celle sia sufficiente per ogni detenuto. Alle 10.30, dunque, hanno raggiunto la casa circondariale lagunare un medico e i rappresentanti del servizio dell'Asl per la sicurezza sui posti di lavoro per capire effettivamente le condizioni di detenzione. Tutto ciò sulla base di una denuncia di alcuni avvocati che hanno preso le difese di alcuni carcerati, secondo cui ci sarebbe una grave mancanza di luce e aria nelle celle: le grate rivolte verso l'alto e i vetri opachi renderebbero difficoltosa la lettura e avrebbero causato vistosi cali della vista.

In definitiva le condizioni diventerebbero accettabili solo durante le giornate di sole. Come oggi, tra l'altro. Un dettaglio sottolineato dai legali difensori dei carcerati. E' stato il presidente del tribunale di soveglianza Pavarin a disporre il sopralluogo, sulla cui base lo Spisal produrrà una relazione da consegnare entro fine luglio. Un mese più tardi, poi, l'udienza in tribunale.

Nel mirino anche il sovraffollamento della struttura: la prima sezione penale della Corte di cassazione ha ribadito che lo spazio a disposizione di ogni detenuto deve essere di un minimo di sette metri quadrati al netto degli ingombri. Niente armadi o letti, dunque. Una situazione cui dovrebbe adeguarsi anche la casa circondariale lagunare. Anche questo frangente è stato controllato lunedì mattina. Ma già in precedenza l'amministrazione penitenziaria aveva presentato una memoria affermando di non avere strumenti per far fronte alla carenza di spazi.

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