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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Donà di Piave

Indagato Stefano Bonet per "l'affaire Tanzania", perquisizioni a San Donà

L'imprenditore è indagato per appropriazione indebita aggravata nello scandalo che scuote la Lega Nord. I finanzieri vogliono ricostruire i rapporti con Francesco Belsito, tesoriere del Carroccio

Tre procure indagano su vicende che vedono coinvolto il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito: Milano, Napoli e Reggio Calabria. Le indagini riguardano anche i movimenti e l'utilizzo del denaro del Carroccio. Il partito - come dice l'ex ministro Roberto Maroni, che chiede le dimissioni di Belsito - "risulta parte lesa". Perquisizioni sono state compiute in diverse città d'Italia e anche nella sede della Lega, in via Bellerio a Milano. Gli inquirenti milanesi, che accusano Belsito di truffa e appropriazione indebita, ipotizzerebbero comportamenti illeciti compiuti dal tesoriere anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi.

L'indagine sarebbe nata analizzando alcune transazioni finanziarie riferibili all'uomo d'affari veneto Stefano Bonet, legato a un altro uomo d'affari, Paolo Scala, entrambi indagati. Partendo da queste movimentazioni, gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet, in relazione a investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord. Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio: i pm ipotizzano che siano stati presentati rendiconti irregolari ai presidenti di Camera e Senato, che sarebbero così stati tratti in inganno e che quindi non avrebbero sospeso i rimborsi elettorali. Nel mirino dei pm c'è anche l'ultimo, dello scorso agosto, di circa 18 milioni di euro.

Un altro filone dell'inchiesta milanese vede indagati Bonet e Belsito per truffa ai danni dello Stato "con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società Siram", che si occupa di innovazione tecnologica. Anche nell'indagine di Reggio Calabria compare la Siram, società, che da quanto si apprende sul sito del gruppo, nasce nel 1912 come "azienda per la gestione integrata dell'energia".

Il suo primo contratto importante risale al 1927, come gestore degli impianti di riscaldamento del Comune di Venezia. L'attività di Siram si è poi estesa ad altri clienti pubblici e privati nel Veneto e, col tempo a tutto il territorio nazionale. Gli indagati sono otto. Gli inquirenti contestano al tesoriere della Lega il reato di riciclaggio. Belsito, secondo l'accusa, sarebbe stato legato a un intermediario ligure che a sua volta era in stretto contatto con esponenti della cosca De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello. Le perquisizioni ordinate dalla procura di Napoli, invece, mirano a reperire documentazione sui rapporti finanziari tra Bonet, - legato a società finanziarie con interessi anche in Campania - e il tesoriere della Lega Nord, con cui sarebbe in rapporti economici.

Proprio per questo le Fiamme Gialle si trovavano nello studio e nell'abitazione sandonatese di Bonet, passando al setaccio tutte le carte di sua proprietà. L'indagine, secondo quanto si è appreso, è concentrata sulle operazioni economiche di Bonet e punta a stabilire l'eventuale liceità delle somme versate al tesoriere della Lega Nord.

 

L'INTERCETTAZIONE

"È un problema politico li dietro, cazzo. Evidenzia che lì è un'operazione politica e bisogna pagare e fine della questione". Ad esprimersi in questi termini è lo stesso Stefano Bonet, parlando, intercettato, con la sua segretaria Lisa Trevisan. L'intercettazione è nel decreto di perquisizione emesso dal gip di Reggio Calabria.

Bonet fa riferimento a una parcella da 40mila euro che deve pagare all'avvocato Bruno Mafrici (indagato nell'inchiesta come la Trevisan) per dei ricorsi che avrebbe dovuto predisporre per conto dell'imprenditore riguardanti una commessa della società Siram. Bonet, è scritto nel decreto, "paga malgrado non sia soddisfatto del comportamento professionale dell'avvocato".

E parlando con la sua segretaria sbotta quando questa gli dice che la parcella non era stata pagata perché non sapevano se erano congrui gli importi indicati: "...è un'operazione politica e bisogna pagare... fine della questione". (Ansa)

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