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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria di Sala

Le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari veneziani: il più ricco resta Ghedini

L'avvocato di Santa Maria di Sala è il "Paperone" tra i senatori, Brunetta lo è fra i deputati. Gli stipendi netti in media per i parlamentari si aggirano sui 5mila euro mensili

Nella classifica dei parlamentari più ricchi in vetta c'è di nuovo Niccolò Ghedini, senatore veneziano d'adozione con villa a Santa Maria di Sala, noto per essere uno dei legali di Silvio Berlusconi. Al primo posto tra i deputati c'è invece Renato Brunetta, anche lui di Forza Italia. È quanto riportato da La Nuova Venezia in base ai dati del sito web di Camera e Senato, dove sono state publicate le dichiarazioni dei redditi 2015 comprensive di guadagni e patrimoni immobiliari.

L'imponibile dichiarato da Ghedini è di 2 milioni e 323 mila euro, mentre al secondo posto tra i senatori (ma staccato di un bel pezzo) figura il Pd Felice Casson con un imponibile di 138.278 euro. Dietro di lui c'è Mario Dalla Tor (Ap), il suo imponibile è di 90.892 euro. Per quanto riguarda i deputati, Renato Brunetta dichiara 226.248 euro di imponibile, seguito dal Pd Pier Paolo Baretta (163.102 euro) e dal commercialista e viceministro all’Economia Enrico Zanetti, segretario nazionale di Scelta civica (146.886 euro di imponibile). L'indennità mensile percepita per il lavoro in Parlamento è di 10.385,31 euro per i senatori (poco più di 10 mila per chi lavora): significa, tolte ritenute fiscali e contributi, 5.304 euro netti. Per la Camera la cifra è di poco inferiore, 5.246,54 euro. Ci sono poi le diarie e i rimborsi.

Guardando invece ai più "poveri", in classifica compaiono Mario Dalla Tor al Senato (imponibile di poco sopra i 90 mila euro) e Michele Mognato alla Camera, con un imponibile dichiarato di 75.054 euro, l’unico sotto gli 80 mila euro. La maggior parte di questi politici destina parte dei propri redditi ai partiti di appartenenza, pratica adottata in particolare dai parlamentari Pd. Casson, ad esempio, dichiara 21 mila euro di contributi, Martella 5.529, Mognato circa 4.700. Quelli del M5S, invece, donano metà dell’indennità e gran parte dei loro rimborsi mensili ad un fondo per il microcredito.

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