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"Study in Venice", presentato il protocollo d'intesa per attrarre studenti stranieri VIDEO

L’obiettivo quello di dar vita ad una collaborazione in alcuni ambiti di interesse comune, per attrarre gli studenti stranieri, formarli e fornire loro la migliore accoglienza, attraverso la progettazione di corsi condivisi l’erogazione di servizi, la promozione ed il marketing internazionale, l’offerta di corsi di lingua e cultura italiana alla School for International Education di Ca’ Foscari. Si è tenuta lunedì mattina a Ca' Farsetti la conferenza stampa di presentazione del Protocollo d’intesa “Study In Venice”, tra Accademia di Belle Arti, Conservatorio di musica “Benedetto Marcello”, Università Ca’ Foscari Venezia e Università Iuav di Venezia.

Sono intervenuti il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, i direttori dell'Accademia di Belle Arti, Giuseppe La Bruna, e del conservatorio Benedetto Marcello, Franco Rossi, nonché i rettori dell'Università Ca' Foscari, Michele Bugliesi, e dell'Università Iuav, Alberto Ferlenga.

Primo a prendere la parola il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi: “Sono molte le università che si coalizzano per presentare la propria offerta formativa in modo integrato al di fuori del proprio paese e a Venezia tutto ciò è molto semplice e naturale, lo facevamo prima e lo facciamo oggi, perché le nostre quattro istituzioni universitarie hanno specificità complementari e da questa sinergia avremo un valore aggiunto.  “Study in Venice” è una coalizione che grazie a un sito internet permetterà di avere accesso al complesso dell’offerta formativa in italiano e in inglese. All’estero, a cominciare dalla Cina, ciò che cercano è un’offerta formativa come quella che possiamo offrire complessivamente: design arti performative, figurative, storia dell’arte, cultura, urbanistica. La presenza della città è fondamentale perché potrà usufruire dell’arrivo di queste persone e contribuire a dare vitalità alla città dal punto di vista demografico ed economico; la città dà luce alle istituzioni e le istituzioni danno luce alla città. Venezia è una città viva dove le persone possono studiare, lavorare e vivere in un campus come Venezia sa essere”, ha concluso il rettore.
 
Per Alberto Ferlenga, rettore dello Iuav, "Venezia offre, rispetto alle altre città d'arte, un'occasione particolare: quella di imparare all'interno di un vero e proprio modello vivente e operativo di come molte questioni legate alle arti, alla cultura, alla città possano essere affrontate positivamente.
Possiamo anche pensare di dare, al termine del percorso, un riconoscimento speciale, una sorta di "master" veneziano in discipline delle arti e nel Made in Italy: gli ambiti in cui questa città eccelle. La qualità dell'ambiente può incidere significativamente sulla qualità della formazione, ma il vantaggio in questo caso è reciproco: "Study in Venice" potrà essere, per Venezia, un'autentica occasione di rigenerazione, basata anche sulla presenza stabile di docenti e studenti".
 
Franco Rossi, direttore del Conservatorio, ha ricordato l’interesse dell’istituto per i rapporti con i paesi d’Oriente ed espresso: “la speranza che l‘accordo che oggi andiamo a firmare possa servire in modo concreto a far sì che da quei paesi possano venire studenti a Venezia per formarsi.”
 
“A Venezia - ha dichiarato il direttore, Giuseppe La Bruna - l’Accademia di Belle Arti si trova già al centro di innumerevoli richieste, soprattutto da parte di studenti cinesi. Questo è dovuto alla natura stessa del suo insegnamento in quanto, oltre al sapere teorico e alla ricchezza dei suoi ambienti e della biblioteca, l’Accademia offre un insieme di laboratori dove gli studenti possono sperimentare molteplici tecniche e uso dei materiali e dove si trovano  in diretto contatto  con le sapienze e le competenze che meglio esprimono la creatività del luogo".
 
A concludere la presentazione, alla quale ha fatto seguito la firma del protocollo, è intervenuto il sindaco Luigi Brugnaro. “Voglio ringraziare le quattro istituzioni che oggi sono qui presenti. Mi fa piacere che i rettori abbiano raccolto il mio invito a far nascere a Venezia un polo per l'alta formazione. Sono convinto che devono essere le istituzioni formative veneziane ad andare a prendersi gli studenti nei loro paesi di origine, magari anche selezionandoli. In quest’ottica dobbiamo lavorare assieme, attuando una programmazione di quanto avviene in città, in modo che non si creino conflitti e sovrapposizioni. Vorrei ricordare la città di Boston, che un tempo era un’area in crisi industriale, dove ora gli studenti costituiscono il cinquanta per cento dell’economia cittadina. In America, le famiglie che hanno figli frequentanti l’ultimo anno delle superiori, girano le università del Paese, alla ricerca della migliore.
 
Questo di sicuro sta succedendo anche nel Vecchio Continente. Anche noi, con l’intero nostro sistema formativo e con l’offerta culturale che rappresentiamo, dobbiamo andare in giro per l’Europa a presentarci e farci conoscere. Dobbiamo attrarre gli studenti di altri paesi nelle nostre università, perché spesso capita che poi, una volta laureati, gli stessi decidano di mettere su famiglia e di vivere a Venezia. Questa credo sia la strada giusta, e sarebbe opportuno che coinvolgesse anche Padova, perché con le sue facoltà potrebbe integrare l’offerta di alta formazione.
 
Per raggiungere quest’obiettivo è necessario pensare anche ad investimenti mirati per i giovani, ai quali offrire non solo la città antica, ma anche quella, contemporanea, di terraferma. Per raggiungere più facilmente il nuovo polo universitario di via Torino abbiamo finanziato il rifacimento della stazione di Porto Marghera, attraverso il Bando delle Periferie. Sempre in termini di mobilità, vorrei anche ricordare il ponte intitolato a Valeria Solesin, che agevola gli studenti nel loro percorso per raggiungere la struttura universitaria.
 
Tra le prossime opere che metteremo in cantiere ci sarà il ponte ciclopedonale da via Torino a Forte Marghera, che si sta caratterizzando come zona dello svago, in modo da far sì che tutta quest’area, con il parco di San Giuliano, diventi un unico grande campus. Così renderemo ancora più attrattiva la nostra offerta formativa a livello europeo. Con queste politiche di sviluppo, che generano nuovi posti di lavoro, possiamo avvicinarci a quell’obiettivo che tutti abbiamo nel cuore: ripopolare Venezia” ha concluso Brugnaro.

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