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Cronaca

Tagli ai fondi destinati al sociale, il vicesindaco di Venezia scrive alla Regione

"Le notizie che giungono in queste ore e che prefigurano pesantissimi tagli ai fondi sociali, ultimo in ordine di tempo quello relativo ai contributi all'affitto - si legge nella nota - destano un'enorme preoccupazione che non possiamo in alcun modo ignorare"

Il vicesindaco di Venezia e assessore comunale alle Politiche sociali Sando Simionato ha inviato una lettera al Presidente della Regione Veneto e agli assessori regionali alla Sanità e ai Servizi sociali, chiedendo il ripristino dei fondi destinati alle politiche sociali. "Le notizie che giungono in queste ore e che prefigurano pesantissimi tagli ai fondi sociali, ultimo in ordine di tempo quello relativo ai contributi all'affitto - si legge nella nota - destano un'enorme preoccupazione che non possiamo in alcun modo ignorare.

Se l'azzeramento dei fondi sociali verrà confermato ci troveremo di fronte ad una vera e propria ‘ecatombe’ sociale destinata a produrre profonde ferite alla tenuta complessiva dei nostri territori. Se a questa sciagurata ipotesi aggiungiamo gli effetti di una crisi che non sembra dare scampo alle nostre famiglie, appare del tutto evidente che quello che si prospetta per il 2013 e per gli anni a seguire, è un periodo di grandissima sofferenza per chi già si trova ad affrontare gli effetti drammatici di un continuo e progressivo impoverimento.

Comprendo le difficoltà in cui versa il bilancio regionale a seguito dei pesanti tagli dei trasferimenti dello Stato: basta ricordare che dal 2008 al 2011 abbiamo assistito alla più imponente riduzione di risorse che si fosse mai vista, con una contrazione della spesa pubblica indirizzata a fondi di natura sociale superiore al 90% (dagli oltre 2 miliardi e mezzo del 2008 ai 218 milioni del 2011, fino ai 10 del 2012). Nonostante sia del tutto evidente la ‘filiera’ dei tagli, il Comune di Venezia chiede di considerare con la massima attenzione la possibilità di orientare le risorse a disposizione della Regione per finanziare in tutto o in parte le quote sociali, evitando per esempio di applicare pedissequamente i tagli previsti dalla legge di stabilità e dal decreto Balduzzi.


Senza queste scelte al contempo coraggiose e virtuose, si metteranno in ginocchio famiglie e singoli cittadini e si impedirà ai Comuni di svolgere il fondamentale lavoro di risposta ai bisogni, attraverso i loro servizi, al fine di attenuare anche quelle tensioni, che possono produrre forti disagi e reazioni nella popolazione più marginale."

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