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Cronaca Tessera

Tagli al centro Poste di Tessera: "Dietro c'è un'operazione immobiliare"

I sindacati in una nota esprimono tutta la loro preoccupazione per i 233 dipendenti del Centro meccanizzato che potrebbero essere trasferiti in base a un piano di ridimensionamento

Sono 233 i lavoratori impiegati nel Centro di meccanizzazione postale di Tessera a rimanere col fiato sospeso. Una settimana fa, infatti, i sindacati hanno ricevuto dalla dirigenza delle Poste la comunicazione di un piano di ridimensionamento, secondo cui i dipendenti dovrebbero essere spostati in altre sedi. La carta si usa sempre meno e per comunicare si sfruttano sempre più mail e fax.

I sindacati Slc Cgil, Slp Cisl e Uil Post la pensano diversamente: "Seppur apprezzando le aperture e rassicurazioni dei vertici aziendali, si prospetta, a fronte di una riorganizzazione aziendale, una operazione immobiliare", dichiarano in una nota congiunta. Il sospetto sottolineato dalle sigle di lavoratori è che interessino soprattutto "i milioni di euro incassati da una eventuale vendita dell'area, scaricando sui lavoratori del centro i costi più elevati". I sindacati puntano il dito anche sul possibile peggioramento di un servizio costituzionalmente garantito.

Il presidente di Poste Italiane Giovanni Ialongo, interpellato sull'argomento in occasione dell'inaugurazione della mostra sui 150 anni delle Poste a Venezia, ha dichiarato il 7 dicembre scorso che "tutto quanto riguarda il piano è in fase di studio, ma possiamo assicurare che ogni iniziativa sarà concertata con le organizzazioni sindacali, come del resto abbiamo sempre fatto nelle nostre precedenti ristrutturazioni. I lavoratori non devono quindi preoccuparsi, perché diamo loro la garanzia del mantenimento del posto di lavoro e della non dislocazione da una città all'altra senza la preventiva consultazione del sindacato".

Una situazione che comunque non fa dormire sogni tranquilli ai 233 lavoratori del Cmp di Tessera: "Speriamo che gli approfondimenti che seguiranno nei prossimi giorni - concludono Slc Cgil, Slp Cisl e Uil Post - possano dare ancora una speranza al futuro delle centinaia di lavoratrici e di lavoratori, per i quali è ancora viva la ferita del ridimensionamento già visto nel 2004, assistendo alle stesse dinamiche di costrizione al pendolarismo e alle angosce legate a un futuro incerto".

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