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Cronaca

Aperture domenicali, tutti attorno a un tavolo: "Serve un tetto ai giorni festivi di lavoro"

Lunedì mattina riunione al palazzo Grandi Stazioni a Venezia tra assessori regionali, sindacati, associazioni di categoria. Pressing per una proposta di legge firmata M5S

Tutti seduti attorno a un tavolo. Gomito a gomito. C'erano i sindacati ma anche Federdistribuzione; c'erano don Enrico Torta, parroco di Dese e "paladino" di chi si scaglia contro le aperture dei negozi e centri commerciali nei giorni festivi, ma anche la rappresentanza di Anci Veneto. Lunedì mattina, al palazzo Grandi Stazioni di Venezia, si è riunito il primo tavolo etico sul commercio regionale, convocato dagli assessori all'Economia, Roberto Marcato, e al Sociale, Manuela Lanzarin. 

Sul piatto la liberalizzazione degli orari e le polemiche di chi chiede invece che la domenica mantenga la sua connotazione di "giorno di riposo". Il Veneto, come Regione, appoggia una proposta di legge del Movimento Cinque Stelle ferma in commissione parlamentare da 2 anni: "Invierò una lettera a tutti i parlamentari sensibilizzandoli sul tema - ha dichiarato Marcato - dopodiché ci faremo sentire anche nella conferenza Stato-Regioni. Abbiamo coinvolto i parlamentari perchè il tema è di carattere nazionale e necessita di un intervento del Parlamento, in quanto il decreto Monti ha tolto alle Regioni la potestà di normare questa materia". Il problema, come sottolineato anche dal parlamentare pentastellato, Marco Da Villa, è che la proposta di legge non viene discussa in commissione. Manca la sua calendarizzazione: "E' ferma da ottobre 2014 al Senato. Al suo interno si pone un principio di tutela di lavoratori e piccolo commercio", ha spiegato Da Villa. Si punta a un tetto massimo di 12 aperture domenicali l'anno, non di più.

Da parte sua Federdistribuzione sottolinea che con la liberalizzazione sono aumentati fatturati e posti di lavoro. La pensano diversamente sindacati e associazioni di categoria. Con Confesercenti Veneto che punta a un "modello Veneto", ossia un accordo territoriale soddisfacente: "Dobbiamo trovarlo a livello regionale, con le dovute diversificazioni. In cui ci sia un numero massimo di aperture festive. Un tetto oltre al quale non si possa andare", ha dichiarato il direttore dell'associazione di categoria, Maurizio Franceschi.

Desideroso che si arrivi a una soluzione don Enrico Torta, da sempre in prima linea su questo tema: "La famiglia ha bisogno di ritrovarsi la domenica - ha dichiarato - Altrimenti le facciamo un grande male. Questo giorno deve essere dedicato alle relazioni e alla cultura. Spero che si arrivi a uno sbocco, come accade già in Paesi come l'Austria o la Germania".


“L’obiettivo ottimale – ha fatto rilevare Marcato - sarebbe che le competenze tornassero alle Regioni, in modo da poter modulare sul territorio le aperture. Evidentemente questo richiede un cambiamento culturale e un’opera di sensibilizzazione da fare insieme. In attesa che ci siano le condizioni per questa inversione di tendenza, occorre utilizzare gli strumenti attualmente disponibili a livello nazionale per limitare le aperture e con il coinvolgimento dei parlamentari veneti di tutti gli schieramenti politici, perché di tratta di una battaglia trasversale, cercare di far arrivare in porto almeno la proposta di legge che è già in discussione ma che deve poter completare il suo iter”. Tiziana D’Andrea ha spiegato le motivazioni del movimento “Domenica No Grazie”, precisando di ritenere ragionevole un massimo di 12 aperture domenicali, escludendo qualsiasi altra festività.

Della "partita" anche la Confcommercio regionale: “Apprezziamo lo sforzo della Regione di costituire un tavolo che dev’essere da stimolo sia per un dibattito a livello anche interregionale, sia per sveltire l’iter della proposta di legge che è ferma in Senato", ha dichiarato Federico Barbierato. "Quello delle aperture domenicali è un tema importante per le nostre imprese, una questione che ha anche una valenza etica e sociale. Serve un tetto ai giorni festivi di lavoro. I tempi sono cambiati: il paese dei balocchi in cui volevano farci credere di vivere non esiste. Non si tratta di tornare al passato, ma di prendere atto di una realtà che è cambiata e di leggi che vanno modificate”, ha aggiunto il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon. 
 

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