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Cronaca

Allerta Carnevale, Zaia: "Controlli a campione, togliersi le maschere"

Il presidente della Regione: "Usare i cani antiesplosivo". Sulla richiesta della comunità islamica di costruire una moschea: "Non è una priorità"

Si avvicina il periodo del Carnevale, quando migliaia di residenti e di turisti prenderanno d'assalto Venezia per eventi e concerti. Con un problema in più sul fronte della sicurezza: le maschere. In giorni certo non tranquilli, infatti, il travisamento del volto c'è chi lo vede come un problema. Se il sindaco Luigi Brugnaro recentemente si è detto poco preoccupato ("Ogni suggerimento è ben accetto, ma qui arrivano milioni di persone e i controlli sono serrati. E' un luogo molto sicuro", aveva dichiarato), chi invece chiede accertamenti supplementari è il presidente della Regione Luca Zaia, il quale venerdì mattina è tornato sull'argomento a una settimana dagli attacchi terroristici di Parigi. 

"Per il Carnevale di Venezia dobbiamo fare controlli a campione e pretendere che vengano tolte le maschere nel momento in cui si fanno i controlli - ha affermato - Penso che l'utilizzo dei cani che fiutano l'esplosivo sarebbe fondamentale". Sullo sfondo l'ipotesi di costruzione di una moschea a Venezia (o almeno il desiderio della comunità islamica di poter contare su una struttura "degna" al posto di quella di via Monzani): "In questo momento non è prioritario preoccuparsi di realizzare moschee - ha commentato il titolare di Palazzo Balbi - Il mondo islamico deve prendere le distanze da tutto quello che sta accadendo senza se e senza ma, e chi lo ha già fatto ha fatto bene".

"Il vero tema è che è fondamentale che ci si ponga il problema di capire cosa avviene all'interno di questi luoghi di culto - ha continuato spiegando la legge regionale 'antimoschee' - Noi come cattolici abbiamo il Papa come unico riferimento spirituale, il mondo dell'Islam ha come riferimento diversi imam che predicano il Corano e fanno anche riflessioni politiche. Per questo è fondamentale che i sermoni vengano fatti in italiano". 

La legge imporrebbe però delle limitazioni urbanistiche che colpirebbero anche Caritas e perpetue: "Non possiamo fare una legge ad hoc per una sola confessione religiosa - ha dichiarato - Quando si fa una legge la si fa per tutti e perché duri, quindi è fondamentale che sia rispettosa della libertà di culto. E' altrettanto vero che spero che questa legge venga interpretata nella maniera in cui dia garanzie ai cittadini che all'interno dei luoghi di culto non si facciano cose contrarie alla civile convivenza".

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