rotate-mobile
Cronaca Fondamenta Santa Lucia

L'omicidio di Venezia, il "compare" della vittima: "Tutto per un insulto"

Parla il senzatetto tra i primi a soccorrere il 29enne ucciso davanti la stazione: "Non ha senso morire così". I porter: "Si erano già affrontati"

"Questa storia non ha senso. Non ha proprio senso". Chi parla ha visto, ha sentito ed è corso a chiedere l'aiuto della polizia ferroviaria. Chi parla ha passato notti fianco a fianco con Semir Gaouem, il 29enne ucciso con un'unica coltellata al fianco giovedì sera davanti alla stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia (DETTAGLI). "Lo conoscevo da un po' - racconta - faceva il camionista un tempo, ma ora viveva così. Come me". C'è un piccolo sottobosco di personaggi che gravita attorno allo scalo ferroviario lagunare. Ci sono quelli che non hanno altro posto dove andare, e chi invece lì ci lavora. Per trasportare i bagagli altrui fino all'albergo. Microcosmi che giovedì sono finiti in rotta di collisione.

TUTTI I DETTAGLI SULL'OMICIDIO E L'ARRESTO

PARLA IL COMPARE DI SEMIR: "L'HO SOCCORSO. NON HA SENSO MORIRE PER UN INSULTO"

"Tutto per un insulto - racconta il "compare" di Semir - I due non si conoscevano prima. E' stata quella parola, quella parola a far scattare tutto". Il suo italiano balbettante tradisce una origine straniera, lo sguardo invece lascia intuire che lui ne ha viste tante. Ma stavolta anche per lui è troppo. A un certo punto si avvicina un suo amico, con intenzioni poco gentili: "Non stare qua, vai dalla polizia. Loro ti dicono", ci intima. Ma il compare della vittima ha voglia di parlare, di raccontare quello che è successo: "Io stavo cercando di dormire - sottolinea - poi ho visto Semir cadere a terra. Ho cercato di soccorrerlo in qualche modo, poi sono corso dalla polizia. Loro sono arrivati. Lui ha detto una sola parola brutta. Questa cosa ti ripeto - conclude - non ha senso. Morire per questo". Parla tra il gabbiotto di Vela e la scalinata della stazione, dove ci sono giardini pubblici "base" di altri che vivono come lui. Il suo "ufficio". Non si capacita che la frase "bangla di m..." abbia potuto essere alla base di un omicidio.

I PORTER: "NON CENTRIAMO NULLA, L'ARRESTATO PERSONA AGGRESSIVA" - VD

Omicidio alla stazione di Santa Lucia a Venezia

Doveva essere una delle prime serata fredde della stagione anche per la vittima giovedì. Il 29enne era appena tornato dalla mensa sociale. Serviva solo trovare un posto dove dormire. Ma è possibile che tra vittima e accoltellatore non corresse buon sangue già da qualche giorno, a dispetto di quanto ha dichiarato il compare. Le voci del resto girano veloci nel mondo dei porter, cui apparteneva anche Hussain Musharraif, il portabagagli bengalese di 36 anni ora finito in manette per omicidio. "Già una settimana fa si erano affrontati - racconta uno dei portabagagli che operano a piazzale Roma - Hussain era una persona aggressiva". Un collega annuisce, raccontando di un morso a un braccio durante una lite: "Voleva prendersi tutti i clienti - afferma - un giorno sono andato a un appuntamento in un albergo e le valige non le ho trovate. Se le era prese lui. Per questo poi ci siamo affrontati". Per capire cos'è successo, quindi, serve entrare in un mondo di confine. In cui gli screzi e le liti spesso si risolvono non sempre a parole, ma anche con qualche colpo proibito. Lì, tra il ponte di Calatrava e la stazione, tutti loro ne hanno viste delle belle. "Ma quello che è successo giovedì non ha alcun senso", continuava a ripetere il "compare" di Semir Gaouem.

IL QUESTORE: "NON E' UN DELITTO LEGATO ALLA CRIMINALITA'"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'omicidio di Venezia, il "compare" della vittima: "Tutto per un insulto"

VeneziaToday è in caricamento