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Cronaca Marghera / via del Petrolchimico

La torre è ancora lì, ora entra in campo l'esercito. Domenica mattina ci si riprova

L'esplosione di giovedì sera di una delle due torce ex Vinyls ha fatto cilecca: struttura indebolita ma ancora in piedi. Il 16 luglio, se i tempi saranno rispettati, si userà il plastico

Sono ancora là. Continuano i sopralluoghi e i vertici per capire come superare l'impasse e buttare giù quelle due torri diventate ora non solo simbolo delle lotte dei lavoratori, ma anche della pervicacia del passato che non se ne vuole andare. Duro come quell'acciaio e quel ferro che hanno resistito anche alla maxi esplosione delle 19.30 di giovedì: sirena, conto alla rovescia, boom. Niente. Nuvola di fumo su Porto Marghera e quella torcia ex Vinyls mai entrata in funzione da oltre 150 metri ha continuato a stagliarsi all'orizzonte come niente fosse.

ALTRA ESPLOSIONE DOMENICA - Ci si riproverà, se le tempistiche saranno rispettate, nella prima mattinata di domenica (verso le 8). Ma stavolta a coadiuvare la ditta di demolizioni Rigato ci sarà anche l'esercito. In "dono" il plastico, esplosivo che in Italia possono utilizzare solo le forze armate e che, senza autorizzazione, non può essere usato in ambito civile. La Prefettura di Venezia, nell'immediatezza ha interessato il Comando forze operative Nord di Padova - dichiara Ca' Corner - con lo scopo di effettuare un sopralluogo per valutare le possibili soluzioni, dal punto di vista tecnico, finalizzate al completamento delle operazioni di smantellamento". Sul posto venerdì mattina si è portato il 30esimo Reggimento guastatori di Udine, che ha predisposto una relazione sulle modalità di intervento. Dai militari c'è disponibilità a coadiuvare la Rigato nelle operazioni di abbattimento, anche se tutti gli adempimenti connessi alle operazioni di messa in sicurezza saranno curati dalla ditta specializzata.  

IL COMANDANTE DEI VIGILI DEL FUOCO, ENNIO AQUILINO

COSA NON HA FUNZIONATO? - "Sono state sottovalutate la forma della struttura e la potenza necessaria dell'esplosione - ha commentato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Ennio Aquilino - Noi siamo intervenuti nella serata per verificare eventuali estremi di soccorso pubblico. Ci preoccupava una eventuale caduta accidentale della torre sul lato delle tubazioni del cracking ad alta pressione. I responsabili della ditta ci hanno consegnato una relazione secondo cui se la torcia anche dovesse collassare lo farebbe in avanti. Non andando a interessare il canale dei Petroli o le linee del Cracking. E' proprio dove si voleva si schiantasse. Lì ci sono un posteggio e un'area cantierabile già interdetta. Uno dei tre 'piedi' della struttura non è stato intaccato né toccato dall'esplosione, mentre gli altri due hanno una sezione ridotta del 50%. Stanotte c'è stato anche un forte vento, ma la struttura non ha denunciato alcun segnale di collasso. C'è anche un tirante collegato a un escavatore che tende verso la zona voluta. Ci sono problematiche per il reperimento di ulteriori cariche - conclude - quindi si sta studiando l'intervento delle forze armate, le uniche che possono usare il plastico, che è vietato per utilizzo civile. Tutto sarà definito in un tavolo ad hoc condiviso dalla Prefettura". L'ipotesi sul tavolo è che il tipo di esplosivo utilizzato giovedì mal si concilierebbe con la struttura circolare della torre: va bene per muri ed edifici. Per le torce Vinyls il discorso è sensibilmente diverso, come si è visto.

PRESIDIO AMPIO - Cinque cariche non sono bastate a farla crollare, ma hanno contribuito a indebolire la struttura. Ora pericolante. Per questo da giovedì sera nessuno si è potuto avvicinare all'area delle torri dello stabilimento, con il canale industriale Sud sempre interdetto alla navigazione per motivi di sicurezza. Venerdì mattina anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Ennio Aquilino, si è portato sul posto, come la sera precedente, assieme a rappresentanti delle forze dell'ordine e della prefettura. Nel frattempo, sotto il coordinamento della protezione civile, è stata disposta la mobilitazione di tutti gli uomini necessari per garantire un presidio ampio di sicurezza. Compreso l’Esercito.

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