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Cronaca

Targhe alterne e limiti al traffico acqueo, primo giorno. Già due multe. Motoscafisti: «Noi presi di mira»

Trasporto merci: «A motore spento gru e frighi non vanno, impossibile scaricare». «Taxi penalizzati quando altrove hanno corsie preferenziali». Comune: «Deroghe specifiche per servizi che non possono essere svolti diversamente»

Inquinamento, traffico e moto ondoso da tenere sotto controllo in laguna. Entra in vigore, da oggi lunedì 19 agosto, la delibera sul traffico acqueo in rio Novo e altri canali strategici della città: rio di Ca’ Foscari, rio di Noale, canal Grande e canale di Cannaregio. E si accompagna a contestazioni, malumori e perfino a uno studio autonomo sui dati Arpav, da poco concluso, volto a sfatare il mito del «tassista che riempie il rio Novo di biossido di azoto». Limiti e divieti per il trasporto merci, targhe alterne per i taxi. Dopo la prima disposizione, la prima proroga fino a marzo, e l'ultima, scaduta oggi, «la nuova delibera del 19 agosto ci penalizza ancora di più», affermano i taxi. Poco o nulla insomma sembra essere stato digerito, stando alle prime testimonianze delle categorie destinatarie del provvedimento comunale. «Si vede che il sindaco non è veneziano», commenta un trasportatore. Intanto sono state multate due imbarcazioni con 150 euro di ammenda ciascuna. Il Comune: «Le deroghe, se ci sono, sono specifiche per singoli servizi che non possono essere svolti diversamente. E soggetti a specifica autorizzazione del dirigente».

Motore spento e inversione

«Le gru e i frighi, tranne in qualche caso raro di imbarcazioni già adeguate con il sistema elettrico o ibrido, non vanno a motore spento - dice il conducente di un topo -. Questa ordinanza non tiene conto di una programmazione delle modifiche ai mezzi, che sono comunque un investimento: 30, 40 mila euro. Che rischiano di essere scaricati sul prezzo della merce. Parliamo di 370 barche, tanti siamo in laguna, compresi gli edili. Bisognava che venissero a vedere prima di mettere i divieti. Anche vietare l'inversione può essere controproducente. Perché se devo consegnare qualcosa e tornare indietro, è illogico che mi facciano fare il giro largo: perdo tempo, perchè ci metterei un attimo, e inquino di più. Adesso parlano di fare deroghe alla delibera. Ma allora tanto valeva aspettare un po' di tempo in più e magari sentire gli operatori del settore, invece di calare i divieti dall'alto».

Targhe alterne

Tira aria di scontento anche fra i motoscafisti del servizio alle persone per le targhe alterne. «Per cominciare stamattina gli agenti non sapevano neppure loro se potevo o no passare - racconta uno di loro - perché, anche se ho targa pari, e oggi è un giorno dispari, avevo però un servizio da svolgere. Incarico che non risultava registrato, secondo la polizia locale. Insomma c'è molta confusione. Poi abbiamo tutti, ormai, motori di ultima generazione, quindi inquiniamo meno degli altri, non si capisce perché queste limitazioni, cioè il divieto di circolare vuoti praticamente tutto il giorno, ora debba riguardare solo noi. Se ci mandano fuori dal canal Grande, e ci sono problemi con rio di Ca' Foscari per andare all'aeroporto, vuol dire che andremo tutti a intasare il canale della Giudecca e poi si creerà un problema lì. Mentre ovunque i taxi hanno le corsie preferenziali, qui veniamo buttati fuori. Mentre i vaporetti e tutti gli altri rimangono, noi dobbiamo fare il giro più largo. È vero che siamo in tanti, che il traffico è cresciuto a dismisura, i canali sono congestionati. Noi di questo prendiamo atto - continua il tassista -. Ma sembra che la politica sia mirata contro noi e il trasporto merci. Abbiamo sempre dialogato con l'amministrazione e siamo pronti ad adeguarci, ma adesso le regole per noi stanno diventando troppo stringenti».

Biossido di azoto

Le vacanze di Ferragosto a qualcuno sono pure servite per raccogliere pazientemente dati sull'inquinamento in rio Novo, quelli registrati dalla centralina di cui Arpav si serve per compilare i report periodici sulla concentrazione di biossido di azoto. È il caso di un tassiata, prossimo alla pensione, che si è messo al lavoro, mentre gli altri si godevano sole e mare. «Avevo un po' di tempo e non sono partito, perché mia moglie stava male - racconta -. Così, insieme al mio avvocato - spiega, svelando che si tratta del dottor Jacopo Molina - abbiamo deciso di mettere assieme le informazioni disponibili sull'inquinamento, che tutti possono consultare, cercando di focalizzarci su date e orari delle concentrazioni elevate e di quelle rischiose, che necessitano dell'adozione di provvedimenti tipo le targhe alterne. Abbiamo scelto un periodo di riferimento, che sono i giorni dal 15 aprile al 5 agosto. Abbiamo riportato i valori Arpav in una tabella - una matrice - per poterli incrociare. Ciò che abbiamo ottenuto - promette - verrà pubblicato a breve».

Chi circola, quando

«La centralina di Rio novo, si sa, è posta su un ex chiosco dei vigili, in un punto di traffico intenso e in una riva che produce una specie di "effetto tunnel". Ma a parte questo, abbiamo scoperto che, nel 2019, le soglie di allerta per milligrammi di biossido di azoto, finora hanno raggiunto un livello rischioso, sopra i 200, 6 volte. Mentre hanno raggiunto quota 50 - di attenzione possiamo dire - praticamente quasi ogni giorno a maggio, ad esempio, e in particolare nella fascia oraria 7-10 e qualche volta alla sera, dalle 20 in poi. C'è una concentrazione evidente in orari in cui in rio Novo transitano una molteplicità di imbarcazioni, comprese quelle di Arpav, o Vesta, come si chiamava. Che sono quelle che hanno la gru per il sollevamento e lo svuotamento dei cassonetti dei rifiuti. Con questo non vogliamo puntare il dito contro nessuno - spiega - . Ognuno deve fare il proprio lavoro. Ma perché i divieti più stringenti devono ricadere solo sui tassisti? In base a quale evidenza? - Si chiede, e conclude -. Siamo pronti a collaborare con il Comune, al quale chiederemo udienza, nei prossimi giorni. Per chiedere uno studio tecnico, che dimostri il maggior grado di inquinamento prodotto dai taxi, ma anche più controlli riaguardo al problema del moto ondoso, ad esempio, dove allo stesso modo veniamo sottoposti a regole più stringenti sui limiti di velocità. Così stiamo andando in difficoltà. Noi portiamo persone, abbiamo responsabilità già importanti. Non possiamo essere colpevolizzati per tutto. C'è chi ha perso la tranquillità sul lavoro, per colpa di questo e quell'altro divieto. Alcuni di noi iniziano ad avere problemi di bilancio, perché con un lavoro stagionale bisogna approfittare dell'estate. Intendiamo collaborare, ma non vogliamo essere il capro espiatorio della città, né diventare bersaglio di allarmismi».

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