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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Trafficavano in elicotteri, fucili e missili terra aria, fiamme gialle fermano 4 persone

Operazione della guardia di finanza di Venezia. Tutto è iniziato nel 2011, quando fu scoperto il collegamento tra il componente di un clan camorristico e un uomo della mala del Brenta

"Italian Job". Il Nucleo Polizia Tributaria della guardia di finanza di Venezia, su ordine della Dda (Direzione distrettuale antimafia) partenopea, ha eseguito nelle province di Roma, Napoli, Salerno e L’Aquila il fermo di 4 persone indiziate di traffico internazionale di armi e di materiale "dual use", di produzione straniera. Si tratta di tre italiani e un libico accusati di aver introdotto, tra il 2011 e il 2015, in Paesi soggetti ad embargo, quali Iran e Libia, in mancanza delle necessarie autorizzazioni ministeriali, elicotteri, fucili di assalto e missili terra aria.

Fra i fermati ci sono due italiani convertiti all'Islam e considerati "radicalizzati", una coppia di coniugi di San Giorgio a Cremano (Napoli). Sono M.D.L., convertito all'Islam con il nome di Jaafar, e A.F.. Anche un loro figlio risulta indagato. L'indagine, coordinata dai pm Catello Maresca e Luigi Giordano, riguarda fra l'altro un traffico di armi destinate ad un gruppo dell'Isis attivo in Libia. Agli atti dell'inchiesta c'è anche una foto in cui la coppia è in compagnia dell'ex premier iraniano Ahmadinejad. Tra i quattro destinatari dei provvedimenti di fermo figura anche A.P, amministratore delegato di una società romana dedicata al commercio di elicotteri, già coinvolto un un'altra inchiesta su traffico di armi e reclutamento di mercenari tra Italia e Somalia. L'ultima misura cautelare riguarda un libico, attualmente irreperibile.

Oltre ai quattro provvedimenti di fermo sono state eseguite 10 perquisizioni nei confronti di altrettante persone per ipotesi di reato riconducibili al traffico internazionale di armi e di materiale 'dual use', di produzione straniera. La prima fase dell'operazione ha avuto avvio nel giugno 2011, su input del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, in relazione ad un precedente procedimento penale in corso alla Procura di Napoli: in quel caso era emerso che uno dei componenti di un clan camorristico dell'area casalese era stato contattato da un ex appartenente alla mala del Brenta con precedenti per traffico di armi. Si tratta di G.C., padovano di 55 anni. Un ex appartenente alla legione Brenno che già nel novembre 2015 era finito sotto inchiesta dalla Dda di Napoli.

Quest'ultimo, infatti, ricercava persone esperte di armi ed armamenti da inviare alle Seychelles per l'addestramento di un battaglione di somali, che avrebbero dovuto svolgere attività espressamente qualificate come "mercenariato". Attività di guerriglia. Le attività di indagine al tempo svolte, sfociate in diversi procedimenti penali, consentirono di evidenziare come la richiesta di addestramento fosse stata originata da una persona di nazionalità somala, con cittadinanza italiana, parente del deposto dittatore del Puntland (Somalia). Da qui è scaturita la "costola" partenopea dell'inchiesta.

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