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Cronaca Eraclea

Prefetto: "Profughi via da Eraclea" Zaia: "Faccio come San Tommaso"

Il presidente della Regione sottolinea una telefonata con il premier Renzi di giugno scorso: "Promesse non mantenute, ora fiducia condizionata"

L'annuncio del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, secondo cui entro maggio del prossimo anno i profughi presenti nel famoso residence di Eraclea dovrebbero essere tutti trasferiti, non convince del tutto il presidente del Veneto Luca Zaia, che gli concede al massimo una "fiducia condizionata". Il titolare di palazzo Balbi sul tema vuole fare come San Tommaso prima di esultare, perché di promesse e rassicurazioni erano arrivate anche lo scorso giugno. A raccontarlo è proprio il presidente del Veneto, che ricorda di una telefonata del presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Visti i precedenti, come quello di giugno quando il Capo del Governo mi telefonò per assicurarmi che sarebbe stata questione di poche settimane – ha sottolineato il presidente della Regione – è d’obbligo fare come San Tommaso: finchè non vedremo, non crederemo, perché la vicenda di Eraclea, praticamente invasa nel pieno della stagione turistica estiva, è stata ed è il paradigma del caos con cui è stata sinora gestita l’intera partita dell’immigrazione”. 

“Il Veneto – ricorda Zaia – con i suoi 517mila immigrati perfettamente integrati, è terra d’accoglienza senza remore, purchè si rispettino le regole del buon senso e dell’integrazione reale. Nel caso in questione vanno aiutati indigenti veri, affamati e dolenti, donne e bambini che fuggono davvero da fame, stenti, violenze e guerre fratricide, non ragazzotti in forma con iPhone e cuffiette, che gettano a terra il cibo loro donato, evidentemente non avendone bisogno”. Dunque l'attenzione ora si sposta sui prossimi mesi, quando i migranti dovrebbero lasciare la località balneare "a rate", senza grossi scossoni. “Attendiamo maggio con fiducia condizionata – conclude Zaia – certo che se invece di maggio, quando la stagione estiva sarà agli inizi, si facesse in febbraio o marzo al massimo, la cosa apparirebbe più ragionevole. Anche perché i profughi hanno creato notevoli problemi di ordine pubblico”. 

Il pensiero di Zaia, è che per evitare problemi alla stagione turistica, in un periodo in cui certo l'economia non tira come una volta e la concorrenza delle località balneari estere si fa sentire, specie quelle croate, i migranti dovrebbero lasciare i luoghi turistici ben prima della bella stagione. In modo da evitare effetti a catena con la conseguente pioggia di disdette che in parte si è registrata nei mesi scorsi. 

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