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Cronaca Marghera

Test farsa di italiano per stranieri: cinque arresti per corruzione

Scoperta dalla polizia un'organizzazione che consentiva di superare gli esami CELI dietro lauto pagamento. Al centro c'era un'agenzia di Marghera. Oltre 6mila immigrati coinvolti in tutta Italia

Un centro di formazione linguistica veneziano sarebbe al centro di una operazione della polizia che in queste ore ha portato a cinque arresti per corruzione, falso ideologico, truffa, contraffazione di documenti per il rilascio di carta di soggiorno e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Le indagini si sono focalizzate sull'agenzia Diffusion World srl, con sede operativa a Marghera: in carcere uno dei responsabili della società, Fernando Lanuti, di 41 anni, mentre la moglie (Susanna Penzo, di 47 anni), pure lei tra i responsabili, si trova agli arresti domiciliari. Domiciliari anche per altre tre persone: una donna di Piacenza e due uomini, rispettivamente marocchino e tunisino. Secondo l'inchiesta, il gruppo rilasciava certificati di lingua italiana a stranieri in cambio di denaro senza verificare l'effettiva conoscenza della lingua.

VIDEO: gli esami ripresi dalle telecamere nascoste

Gli arresti

L'ordinanza di misura cautelare è stata disposta dal gip di Modena ed eseguita stamattina dalla polizia di Stato. L’attività d’indagine - che è stata condotta dalla squadra mobile modenese e che vede indagate altre 25 persone - ha fatto luce su un sistema che faceva capo, come detto, alla Diffusion World, che era accreditata presso l’università per stranieri di Perugia: il centro si occupa dell'esame che permette il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua italiana CELI di livello A2, uno dei requisiti necessari per l'ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo, al pari della residenza italiana da almeno 5 anni e della certificazione di un reddito minimo.

L'indagine

Tutto è partito dall'ufficio immigrazione della questura di Modena, quando gli agenti addetti alle pratiche per i permessi di soggiorni si sono accorti che diversi immigrati esibivano la certificazione CELI ma non erano in realtà in grado di parlare l'italiano. Parallelamente, i poliziotti hanno notato che tra gli stranieri circolava un volantino pubblicitario per gli esami di lingua, con riportati alcuni contatti telefonici che sono immediatamente finiti sotto intercettazione da parte della Mobile. Questo ha consentito di risalire all'agenzia veneziana e di smascherare passo dopo passo il sistema messo in piedi dai responsabili della società.

Il compenso: tra i 450 e i 700 euro

Gli inquirenti hanno scoperto che gli esami erano in realtà completamente falsati, in modo da garantire la promozione automatica di tutti gli stranieri partecipanti. Nelle tre sessioni d'esame monitorate in provincia di Modena tra luglio e novembre 2018 è emerso che ai candidati venivano fornite direttamente le risposte alle domande, e questi si limitavano a ricopiarle sui fogli d'esame, cosa che valeva anche per la parte orale del test, che gli esaminandi conoscevano in anticipo. Nel corso dell'indagine è emerso poi che alcuni cittadini stranieri hanno sostenuto l'esame presso un phone center di Modena (di proprietà di uno degli arrestati), un luogo ovviamente non idoneo, per poi far figurare la sessione d'esame in un altro comune, dove invece i test si svolgevano solitamente presso le sale congressi degli hotel. Queste facilitazioni avevano ovviamente un prezzo, da cui è derivata l'accusa di corruzione: per poter superare la prova ogni straniero pagava tra i 450 e i 700 euro rigorosamente in contanti, a fronte di un costo di iscrizione standard per il CELI che è di soli 35 euro.

Test in varie regioni

Una volta raccolti elementi sufficienti a comprendere il metodo fraudolento, anche grazie a telecamere nascoste installate nelle sedi d'esame, gli investigatori della questura hanno contattato l'ateneo perugino e hanno organizzato a novembre una sostituzione dei fascicoli d'esame il giorno stesso della prova: il risultato è stata la bocciatura di tutti i candidati. La stessa operazione è stata condotta in altre sedi d'esame e in più sessioni, comportando la promozione di appena 34 esaminandi sui 700 che si erano presentati. Le prove si sono svolte in larga parte del territorio nazionale: Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana e Lazio.

Certificati per 6mila stranieri

Mettendo a sistema i dati raccolti dall'università degli Stranieri di Perugia - estranea ai fatti e ormai slegata da Dffusion World dal dicembre dello scorso anno - la polizia ha stimato il coinvolgimento negli ultimi due anni di circa 6.000 stranieri, ora in possesso di un titolo falso. A questa cifra fa da contraltare il guadagno illecito della società veneta, che ammonterebbe a circa 2 milioni di euro. I coniugi veneti, titolari di diverse cooperative e strutture alberghiere nel Nordest, reimpiegavano questo denaro in uno stile di vita lussuoso. Il 41enne era per altro già stato indagato per fatti analoghi nel 2017 dalla procura di Padova. Come detto, ai domiciliari sono finiti anche due stranieri residenti a Modena e Carpi, un marocchino di 59 anni e un tunisino di 45, che erano i "reclutatori" locali, al pari di una 49enne residente nel Piacentino che svolgeva il ruolo di esaminatrice come dipendente (in nero) di Diffusion World Srl.
 

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