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Cronaca

Dossier pronto per rispondere all'Unesco: ma serve decidere subito sulle grandi navi

In vista del "processo" sulla permanenza di Venezia tra i siti patrimonio dell'Umanità di luglio si stanno ultimando le carte: ma il governo tergiversa su Comitatone e crociere

La possibilità c’è, nonostante l'attivismo dell'amministrazione comunale: l’Unesco potrebbe decidere di depennare Venezia dalla lista delle città patrimonio mondiale dell’umanità, inserendola nell'elenco dei siti considerati "a rischio". La decisione verrà presa con ogni probabilità alla quarantunesima sessione mondiale dell’Unesco, prevista a Cracovia (Polonia) dal 2 al 12 luglio.

Le problematicità in gioco sono state esposte nella precedente sessione di Istanbul, tenutasi nel 2016: la giunta comunale veneziana è ora tenuta a presentare soluzioni determinanti di fronte a emergenze che, sotto vari aspetti, sono ben note ai residenti. Tra i punti in analisi c’è la gestione dei flussi turistici in centro storico, specie in area marciana. Possibili contapersone o stop in caso di ressa eccessiva. Ma il punto interrogativo principale riguarda le grandi navi, che dovranno prima o poi allontanarsi dal Bacino di San Marco. Arrivare in Polonia con una decisione definitiva (o quasi) del governo su quale soluzione perseguire per evitare i passaggi nel canale della Giudecca costituirebbe un punto importante di fronte all'organizzazione internazionale.

Per questo l'Esecutivo è chiamato ad accelerare i tempi: l'ultima parola spetta ai ministeri e non è un segreto che si stia lavorando per la soluzione del canale Vittorio Emanuele, che ha l'appoggio del Porto, di Ca' Farsetti e di alcuni esponenti romani. Servirà portarlo a una profondità di 9 metri per permettere il transito dei "condomini galleggianti". Gli ambientalisti puntano tutto invece sulla piattaforma fuori dalla laguna, il Venice Cruise 2.0. Per registrare passi avanti è necessaria la riunione del Comitatone: era stata annunciata per le prime settimane di giugno. Ma ad ora non c'è ancora nulla di ufficiale. A presiederlo, per legge, è il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Luglio si avvicina, ma ancora l'orizzonte è piuttosto grigio.

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