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Cronaca

Spiagge e servizi superano i test, Venezia è ancora una volta bandiera blu

Riconoscimento confermato per la stagione 2017. Monitoraggio sulla qualità dell'acqua ma anche attenzione all'ambiente, equilibrio nell'offerta turistica e sicurezza nella balneazione

Le spiagge del comune di Venezia ottengono anche quest'anno la bandiera blu, il tradizionale riconoscimento assegnato dall’Ong danese Foundation for Environmental Education (FEE) che quest’anno compie trent’anni. A recarsi lunedì nella sede del Cnr a Roma è stato l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin. I criteri di assegnazione, stabiliti dalla giuria nazionale dopo l’approvazione del board internazionale, vengono periodicamente aggiornati: primo di tutti è ovviamente la validità delle acque di balneazione, che devono essere “eccellenti” nei risultati delle analisi effettuate negli ultimi quattro anni dalle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, secondo il programma nazionale di monitoraggio condotto dai ministeri della Salute e dell’Ambiente.

Ha commentato De Martin: "È un riconoscimento importante alla città. La bandiera blu viene riconfermata per le nostre spiagge, ma soprattutto per l’organizzazione imprenditoriale e per l’equilibrio che l’attività turistica ha nei confronti dell’ambiente, e per la sicurezza delle attività balneari. La bandiera blu è riconosciuta dall’Unesco come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile. La cosa importante è che tutto il litorale e quindi pure la gestione ambientale con gli altri comuni limitrofi dia una continuità di organizzazione e gestione dell’attività turistica ricettiva. E ciò deve essere valorizzato in futuro, cercando di ottenere la bandiera blu anche per gli approdi che la città di Venezia in questo momento non ha". L'intenzione per il prossimo anno è infatti di ottenere un'altra bandiera blu per gli approdi della città di Venezia.

Il riconoscimento viene attribuito al Comune di Venezia dal 2009. Nella fase di valutazione della giuria nazionale hanno contribuito anche altri enti come i dicasteri competenti, il comando generale delle capitanerie di porto-guardia costiera, l’Ispra, il laboratorio di oceanologia ed ecologia marina dell’università della Tuscia, il Consiglio nazionale dei chimici e l’Anci.

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