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Cronaca

Venezia chiede libertà di spesa a Roma, stipendi salvi fino a marzo

Incontro con il Governo nella Capitale mercoledì. Zappalorto presenta la bozza del piano pluriennale di rientro, l'Esecutivo prende tempo

Prima l'emendamento al "Milleproroghe" che attenua le conseguenze dello sforamento del Patto di stabilità, una sorta di proroga del "Salva Venezia" dell'anno scorso, poi invece un piano di rientro ad hoc su più anni per cercare di riportare i conti in equilibrio. Dunque i tagli alla parte variabile dello stipendio dei dipendenti comunali non entreranno in vigore almeno fino a marzo, poi servirà capire la disponibilità del Governo. Questa, come riportano i quotidiani locali, la road map presentata mercoledì dal commissario Vittorio Zappalorto e il sub-commissario al Bilancio Vito Tatò a Mauro Bonaretti, segretario generale del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.

L'incontro a Roma, con presente anche il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta. Con il "Salva Venezia 2" non ci sarà il blocco degli investimenti e delle assunzioni, ma rimane comunque la scure del 3% sulla spesa corrente di Ca' Farsetti. Un taglio ai trasferimenti che potrebbe rivelarsi sui 17 milioni di euro. Il problema si sposta inevitabilmente sul bilancio 2015, alle prese con un buco iniziale di 60 milioni di euro circa. Il commissario Zappalorto ha quindi presentato la bozza di quel piano triennale di rientro che secondo lui potrebbe dar modo al Comune di respirare, puntando su un riordino strutturale non solo della spesa "interna", ma anche della galassia delle partecipate.

Con questo strumento, inoltre, è possibile mettere a bilancio nel capitolo della spesa corrente eventuali alienazioni immobiliari. Un'operazione ora impossibile. Ca' Farsetti intenderebbe chiedere inoltre maggiore libertà di utilizzo delle entrate derivanti da turismo (come la tassa di soggiorno) o le multe. Per spostare risorse dove più ce n'è bisogno, senza paletti normativi. Tutte richieste che però dovrebbero essere inserite in un decreto ad hoc con norme in parte mutuate dalle operazioni di rientro di Roma Capitale, in parte cucite su misura sulla situazione lagunare. Il Governo si è preso due settimane di tempo per studiare tutta la documentazione, dopodiché dovrebbe esserci un nuovo incontro a Roma. Quando si capirà se l'Esecutivo intenderà effettivamente muoversi riconoscendo quella "specificità veneziana" su cui sindaci e commissari hanno sempre puntato.

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