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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Zappalorto: "Un accordo con le Generali sulle procuratie vecchie"

L'edificio è proprietà della compagnia assicurativa, che lo dà in affitto. In ballo un contributo che potrebbe essere utilizzato per rispettare il patto di stabilità

Giungere ad un accordo vantaggioso con le assicurazioni Generali, questo l'intento comunicato in una nota dal Comune di Venezia: oggetto del contendere è una parte delle procuratie vecchie, ala nord degli edifici che formano il perimetro di piazza San Marco, che sono di proprietà delle Generali. Attualmente una quota di circa 800 metri quadri è data in affitto al Comune, che li dà in uso a importanti istituzioni di caratura europea. Ora la compagnia assicurativa, essendo venuto meno l'uso degli uffici giudiziari che occupavano gran parte della struttura, chiede che la destinazione d'uso delle strutture venga cambiata.

Il commissario straordinario di Venezia Vittorio Zappalorto per la concessione dell'atto annuncia che il Comune starebbe cercando di ottenere un rilevante beneficio pubblico: oltre ad un consistente contributo economico, si starebbe infatti chiedendo la disponibilità, a titolo gratuito per 30 anni, degli spazi attualmente destinati ad occupare il consiglio d'Europa, la fondazione Ermitage Italia e la rappresentanza di altri organismi internazionali.

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L'operazione economica si aggiunge ad altri sforzi intrapresi dal Comune per non sforare il patto: Zappalorto avrebbe infatti annunciato che non intende applicare le sanzioni preventive previste in caso di sforamento - ovvero, fra l'altro, il taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici - perché conta di far quadrare i conti entro fine anno. I fondi ottenuti dall'accordo con Generali andrebbero infatti a sommarsi ai 30 milioni provenienti dalla vendita dei palazzi Diedo e Gradenigo e ai 10 della legge speciale dallo Stato, nel tentativo di coprire un buco di 60 milioni. Altamente probabile resta anche la vendita di Villa Hèriot, dal momento che gli 8 milioni della legge speciale previsti dalla Regione non arriveranno in tempo. Un'operazione fortemente contestata da associazioni e realtà culturali.

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